Giuseppe Conte si presenterà davanti alle Camere per un chiarimento politico dopo l’uscita di Matteo Renzi dalla maggioranza. E lo farà già la prossima settimana: lunedì a Montecitorio e martedì a Palazzo Madama. Trattandosi di una votazione “a carattere fiduciario”, si terrà per una chiama analoga a quella delle votazioni di fiducia, quindi palese e per appello nominale. Comprese le pause volte a sanificare l’Aula, serviranno quindi tra le sei e le sette ore: per questo è stato escluso che il premier potesse parlare a entrambi i rami del Parlamento in un solo giorno.
Di sicuro c’è solo la strada scelta dal presidente del Consiglio per uscire dall’impasse. Oggi, nel pomeriggio, ha riferito al capo dello Stato l’intenzione di non dimettersi e di procedere con la parlamentarizzazione della crisi politica. Una mossa attesa: il premier non si dimette, assume gli interim dei due ministeri lasciati vacanti da Italia viva, e si prepara alla conta in Aula. Una linea d’azione che al momento è supportata sia da Pd che Movimento 5 stelle: entrambi i gruppi chiedono che si passi dal confronto in Aula e chiudono la porta a una qualsiasi riammissione di Italia viva. Al momento non sembrano esserci dubbi e lo ha confermato lo stesso Nicola Zingaretti: al termine dell’ufficio politico Pd, ha dichiarato che “Iv è inaffidabile in ogni scenario”. Insomma la strategia dell’ex premier Renzi di trattare dall’esterno sembra già essere naufragata.
Gli occhi ora sono tutti sul Senato e in particolare su quella pattuglia di “responsabili” che potrebbero permettere alla maggioranza di sopperire all’addio dei 18 senatori renziani. Una strada percorribile secondo fonti di maggioranza e confermata da una prima adesione molto significativa: Riccardo Nencini. Il senatore renziano è anche il titolare del simbolo dei socialisti in Senato e colui che ha permesso a Italia viva di avere un gruppo (nonostante non si fossero presentati alle elezioni). Proprio Nencini, insieme a Enzo Maraio, è uno dei primi ad aver risposto all’appello per “i costruttori” fatto dalle forze di maggioranza. Sempre a Palazzo Madama intanto, si contano almeno 13 nomi potenzialmente disponibili a sostenere Matteo Renzi. Bisognerà però che questo gruppo sia riunito all’interno di un progetto chiaro e legittimo capace di dare quei “contorni certi e definiti” all’esecutivo che Mattarella richiede dall’inizio della legislatura.
Molto si giocherà nelle prossime ore. Uno dei principali pontieri del fronte Pd, il ministro Dario Franceschini, durante l’ufficio politico Pd, ha parlato di una ricerca di alleati che potrà essere fatta alla luce del sole: “In questa legislatura sono nati due governi tra avversari alle elezioni e, in un sistema elettorale come il nostro, avverrà spesso”, ha detto. “Nel passato il termine responsabili indicava una negatività, non è più così: non siamo più in un sistema bipolare con due poli e due candidati premier in cui il cambio di schieramento veniva giustamente classificato come ribaltone. Siamo in un sistema parlamentare in cui le maggioranze di governo si cercano in Parlamento, apertamente, alla luce del sole e senza vergognarsene. E così sarà anche questa volta”.
Uno dei primi sostegni incassati da Conte in mattinata era stato quello di Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento ha pubblicato una foto con Conte e la frase “sono con te”. Un segnale molto significativo, soprattutto per il gruppo dei 5 stelle. Poco dopo ha parlato anche l’ex deputato Alessandro Di Battista: “Renzi fuori, finalmente ci ricompattiamo”. In serata i 5 stelle hanno radunato su zoom per un’assemblea parlamentare congiunta. “Stringiamoci a Conte per evitare la deriva”, ha detto il capo politico ad interim Vito Crimi, spiegando che in aula “saranno tanti dei nostri che sono usciti che hanno conservato questo rapporto di legame con il M5s e crediamo che faranno un gesto di responsabilità“. Anche dall’opposizione, intanto, arrivano segnali che lasciano presumere come il governo possa continuare pure senza i renziani. Silvio Berlusconi, ricoverato a Montecarlo, dice che “qualunque sia la soluzione, è necessario attuarla al più presto”. Renato Brunetta è ancora più esplicito: “Conte ter? Gli italiani non vogliono la crisi, non vogliono che l’Italia perda la sua guida di governo”.
DIRETTA ORA PER ORA
22.22 – Crimi ad Assemblea M5s: “Alternativa a fiducia a Conte è voto”
“Tracciamo una linea rispetto a Renzi. Punto e a capo, archiviamo Renzi e pensiamo a presente e futuro”. Lo ha detto il capo politico del M5S Vito Crimi durante l’assemblea dei parlamentari. Crimi ha prefigurato due possibile scenari: il primo prevede che quando la crisi verrà formalizzata “vedremo se ci sono parlamentari che, di fronte alla follia di questa situazione, comprenderanno che il Paese ha bisogno di una guida e di responsabilità”. Nel caso in cui però il governo non dovesse ricevere la fiducia “la strada maestra è quella del voto, altre soluzioni sono impensabili e impraticabili, compreso un governo tecnico.
22.10 – Zingaretti: “Nome Conte è dirimente”
“Io credo che il tema di allargare una maggioranza o di tentare di ricostruirla con il presidente Conte e dargli una credibilità c’è. Poi questo quello che vorrà dire lo vedremo. Però è sbagliato negare che un problema da questo punto di vista bisogna porselo”. Lo ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un’intervista rilasciata a Piazza Pulita (La7). Alla domanda se il nome di Conte sia dirimente per il futuro, Zingaretti risponde: “ma sì, io penso proprio di sì”.
22.05 – Bonafede in Assemblea M5s: “Affrontare compatti questo momento”
Dobbiamo affrontare questo momento compatti. Questo l’appello che arriva dal guardasigilli Alfonso Bonafede, capo delegazione del M5S al governo, durante l’assemblea dei gruppi 5 Stelle.
21.58 – Crimi in Assemblea M5s: “Anche da fuoriusciti responsabilità”
Un appello all’unità, alla compattezza per attraversare insieme questa difficile fase aperta con la crisi. E’ l’appello che avrebbe lanciato dal capo politico del M5s ai parlamentari del M5s riuniti in assemblea congiunta. Il M5s, avrebbe detto Crimi, guarda al percorso deciso da Conte che consiste nella parlamentarizzazione della crisi. Andremo in aula e ci troveremo a una nuova sfida, avrebbe detto, avvertendo tuttavia che “ci saranno tanti dei nostri che sono usciti che hanno conservato questo rapporto di legame con il M5s e crediamo che faranno un gesto di responsabilità”.
21.56 – Crimi in Assemblea M5s: “Stringiamoci a Conte per evitare deriva”
Dobbiamo stringerci con Conte ed evitare una situazione che porterebbe verso derive estreme. Questo, apprende l’Adnkronos, il senso del ragionamento espresso dal capo politico M5S Vito Crimi durante l’assemblea dei gruppi.
21.55 – Renzi: “Se non ci vogliono non votiamo la fiducia”
Se arrivano i responsabili Iv andrà all’opposizione? “Sì. Se non ci vogliono, noi non diamo la fiducia, con molta libertà”. Lo dice Matteo Renzi, leader di Iv, a Dritto e rovescio, su Rete 4.
21.50 – Renzi: “Se Conte non ha i numeri si fa un altro governo”
“Se io sto fuori? Io sto fuori. Se loro hanno i numeri, questa è la democrazia parlamentare che vince. Tanto di cappello. Ma se i numeri non ce l’hanno si andrà al Quirinale e si farà un altro governo”. Lo dice Matteo Renzi, leader di Iv, a Dritto e rovescio, su Rete 4. (
21.45 – Renzi: “Di Maio? Con lui alla Farnesina non si tocca palla in Libia”
Di Maio dice mai più con Renzi? “Sono talmente dispiaciuto che Di Maio avrà più tempo per occuparsi di politica estera: non si tocca più palla in Libia, non si parla più di accordi con la Cina, si sbaglia interlocutore in America. Almeno Di Maio avrà più tempo per provare a fare il ministro degli Esteri”. Lo dice Matteo Renzi, leader di Iv, a Dritto e rovescio, su Rete 4.
20.45 – Gasparri: “Conte in Senato avrà 158-160 voti”
Abbiamo stanato Conte a venire in parlamento, cosa che non aveva previsto, voleva stare li con Casalino a passeggiare nelle strade. A quel punto dopo le comunicazioni, o si dimette al termine del suo intervento oppure si vota”. Lo dice Maurizio Gasparri che, ospite di Zapping. Il senatore azzurre snocciola i numeri del Senato, in vista delle comunicazioni di Conte, che avrà alla fine, pronostica, “158-160 voti”. “Faccio il conto: 35 del Pd; 92 dei 5 stelle; il gruppo autonomie ne ha 8, perché il Presidente Napolitano purtroppo per ragioni di età non partecipa ai lavori da tempo; nel gruppo Misto, dove sono 29, 22 voteranno per Conte; aggiungo Nencini, che ha detto che è costruttore e siamo a 158. E un altro paio di Iv penso si dissoceranno…Ma i votanti non sono 321, oltre a Napolitano ci saranno altri assenti, è fisiologico…quindi prevedo che voteranno in 315-316, in questo caso la maggioranza è a 159”, sottolinea Gasparri.
20.30 – Conte in Senato martedì
Il premier Giuseppe Conte sarà al Senato martedì alle 9,30. Lo ha deciso la capigruppo al Senato.
20.20 – Di Maio: “Renzi non è più interlocutore”
Noi siamo stati molto chiari, chi stacca la spina, chi mette in difficoltà il governo non è più un interlocutore, e questa situazione di instabilità sta danneggiando l’Italia anche davanti alla comunità internazionale”. Lo afferma Luigi Di Maio al Tg1, rispondendo alla domanda se ci siano ancora margini per ricucire con Matteo Renzi.
20.05 – Governo porrà fiducia su risoluzione
Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, mentre è ancora in corso la capigruppo del Senato, è al vaglio l’ipotesi che il governo ponga la fiducia sulla risoluzione di maggioranza, dopo le comunicazioni in aula del premier, Giuseppe Conte, sulla crisi. (segue) dab/mbb
19.45 – Di Maio: “Non vedo altre opzioni oltre a Conte”
“Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è una figura cruciale di questa maggioranza, noi come M5S l’abbiamo proposto due volte e continueremo a sostenerlo. In questo momento non vedo altre opzioni percorribili”. Lo afferma Luigi Di Maio al Tg3, aggiungendo che “se la situazione invece scivola verso il voto si mette a rischio la fascia più debole della popolazione”, perché non si avrà modo di erogare i fondi per la ripresa.
19.40 – Di Maio ai ‘costruttori’: “Chi condivide valore europei è benvenuto”
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha rilanciato un appello ai costruttori europei nel corso di un’intervista al Tg3, affermando che “tutti coloro che condividono i valori europei di solidarietà, di rispetto della dignità umana e di uguaglianza e vogliono condividere questo progetto di rilancio, sono i benvenuti”.
Rispetto al coinvolgimento di Forza Italia, Di Maio ha detto che ”ovviamente maggioranza e opposizione stanno già collaborando su alcuni dossier, ma non sto parlando delle forze di opposizione”.
19.25 – Conte: “Col voto non possiamo approvare fondi per emergenza”
“Se la situazione scivola verso il voto dobbiamo sapere tutti quanti che non avremo modo di approvare i provvedimenti che servono per erogare i fondi alle imprese, ai commercianti in difficoltà, alle famiglie in difficoltà”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi di Maio intervistato dal Tg3.
19.20 – Come si svolgerà l’intervento di Conte alla Camera
Trattandosi di una votazione “a carattere fiduciario”, si terrà per la votazione una chiama analoga a quella delle votazioni di fiducia, quindi palese e per appello nominale. Per questo alla Capigruppo si prevede che a Montecitorio, comprendendo anche il tempo necessario per le pause volte a sanificare l’Aula, serviranno tra le sei e le sette ore.
19.18 – Capigruppo Camera, lunedì comunicazioni Conte
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte terrà comunicazioni nell’Aula della Camera lunedì. L’orario sarà definito dal presidente Fico dopo essersi consultato con la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati. Emerge dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
18.59 – Brunetta: “Conte ter? Italiani vogliono governo non crisi”
Ci sarà un Conte ter? “Io dico 1 X 2″, scherza al telefono con l’Adnkronos l’azzurro Renato Brunetta per poi farsi serio e mettere in guardia da crisi al buio dopo l’uscita dei renziani dalla maggioranza giallorossa: “Gli italiani non vogliono la crisi, non vogliono che l’Italia perda la sua guida di governo”. L’ex ministro e attuale responsabile economico di Forza Italia non ha dubbi: “Gli italiani vogliono un governo che governi, sia sull’economia -pensiamo allo scostamento di bilancio e al relativo decreto ristori per 25 miliardi di euro- sia sul Recovery e i rapporti con l’Europa, sia per garantire la prosecuzione del piano vaccinale”. “Gli italiani -insiste Brunetta- vogliono sicurezza e non capiscono il perché di questa crisi. E’ bene che quanto prima -avverte il deputato azzurro- il governo e il Parlamento si mettano in sintonia con i desiderata degli italiani”.
18.50 – Berlusconi: “Qualunque sia la situazione fare presto”
“Non sono preoccupato per le mie condizioni, mi preoccupo per quelle di tanti italiani vittime del Covid e di altre malattie e di tanti altri italiani che subiscono le conseguenze di una crisi gravissima. Mi preoccupo anche, di conseguenza, per il rischio che la crisi politica che si è aperta aggravi la paralisi decisionale del Paese in un momento così difficile. Qualunque sia la soluzione, è necessario attuarla al più presto, senza perdere neppure un giorno nei tatticismi della politica di palazzo. Un saluto e un ringraziamento cordiale a tutti”. Lo scrive in una nota Silvio Berlusconi.
18.25 – Fonti Senato: Conte a Palazzo Madama martedì
A quanto si apprende la capigruppo del Senato, avrebbe previsto l’intervento del premier Conte in Parlamento con questo calendario, lunedì alla Camera, martedì in Senato.
18.20 – Conte alle Camere già lunedì o martedì
La decisione sarà assunta, a breve, dalle riunione dei capigruppo di Camera e Senato. Ma il premier Giuseppe Conte, dicono a Palazzo Chigi, ha dato disponibilità per affrontare le Aule parlamentari già nelle giornate di lunedì e martedì della prossima settimana.
17.30 – Stasera alle 21 riunione congiunta M5s
Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, questa sera alle 21 è in programma su Zoom una assemblea dei gruppi M5S di Senato e Camera per fare il punto sulla crisi di governo.
17.10 – Franceschini: “Siamo in un sistema in cui le maggioranze si cercano in Parlamento”
“In questa legislatura sono nati due governi tra avversari alle elezioni e, in un sistema elettorale come il nostro, avverrà spesso. Nel passato il termine responsabili indicava una negatività, non è più così: non siamo più in un sistema bipolare con due poli e due candidati premier in cui il cambio di schieramento veniva giustamente classificato come ribaltone. Siamo in un sistema parlamentare in cui le maggioranze di governo si cercano in Parlamento, apertamente, alla luce del sole e senza vergognarsene. E così sarà anche questa volta”. Lo afferma Dario Franceschini nel suo intervento all’ufficio politico del Pd.
17 – Comunicato del Quirinale
Il presidente del Consiglio ha rappresentato la volontà di promuovere in Parlamento l’indispensabile chiarimento politico mediante comunicazioni da rendere dinanzi alle Camere. Il presidente della Repubblica ha preso atto degli intendimenti così manifestati dal presidente del Consiglio. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.
Il Presidente #Mattarella ha ricevuto al #Quirinale il Presidente del Consiglio #Conte, il comunicato: pic.twitter.com/DJ3KBD2Djo
— Quirinale (@Quirinale) January 14, 2021
16.55 – Conte è rientrato a Palazzo Chigi
Il premier Giuseppe Conte è rientrato a Palazzo Chigi dopo l’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mttarella.
16.15 – Conte al Colle da Mattarella
Il premier Giuseppe Conte è al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella.
16 – M5s: “Parlamentarizzare la crisi. Movimento compatto”
La crisi dovrà essere “certamente parlamentarizzata” e “il Movimento in questo momento è compatto più che mai”. E’ quanto emerso nella riunione del capo politico M5s Vito Crimi e la delegazione M5s di governo. Crimi, si apprende, ai presenti ha riferito che “dopo un’azione come quella compiuta ieri da Renzi, dopo le parole usate in particolare contro il presidente Conte, non si può tornare al tavolo con lui” e che “da parte nostra non è mai mancato lo spirito collaborativo, la disponibilità al confronto e la lealtà rispetto agli impegni assunti”. “Fino alla fine a nulla sono valsi gli appelli all’unità e alla responsabilità, dimostrando da parte di Renzi una totale inaffidabilità e mancanza di credibilità che impediscono qualunque ricucitura” ha aggiunto Crimi.
15 – Leu: “Ora cercare in Parlamento il sostegno necessario ad andare avanti”
“La scelta del senatore Renzi è tutta politica. C’entrano poco le questioni dichiarate, l’obiettivo è far saltare l’asse tra Pd, 5 stelle e Sinistra, l’unico che può, piaccia o meno, almeno potenzialmente sconfiggere le destre. E quindi far saltare chi più di tutti può garantire questa alleanza, oggi e domani, Conte.” Lo scrive su Facebook il sottosegretario all’università e ricerca Peppe De Cristofaro. Vista l’impossibilità di ricucire con Renzi, resta un’altra strada: “Cercare in Parlamento, tra gruppo misto e singoli parlamentari il sostegno necessario per andare avanti. Se il prezzo è troppo alto, oppure se l’equilibrio è troppo instabile, allora non restano che le elezioni. Pur sapendo che votare in piena pandemia e con questa pessima legge elettorale è una sciagura, ma ricordandosi sempre chi è stato a produrre questa devastante accelerazione”.
14.10 – Zingaretti: “Inaffidabilità politica di Italia viva”
“C’è un dato che non può essere cancellato dalle nostre analisi. Ed è a questo punto l’inaffidabilità politica di Italia Viva. Che è un dato presente e che io credo, e questo dovremmo tenerlo in considerazione, comunque, per come avvenuto mina la stabilità in qualsiasi scenario si possa immaginare un coinvolgimento e una nuova possibile ripartenza”. Così Zingaretti nel corso dell’ufficio politico del Pd.
14 – Zingaretti: “Impensabile qualsiasi collaborazione di governo con la destra italiana, sovranista e nazionalista”
“Abbiamo chiarito e dobbiamo ribadire che per noi è impensabile qualsiasi collaborazione di governo con la destra italiana, sovranista e nazionalista. Sarebbe un segnale incomprensibile. Le immagini di Washington ci dicono quanto pericolosa sia quella deriva. E’ sbagliato dopo la vittoria di Biden favorire scenari che ridanno fiato come è accaduto con la scelta di Renzi, agli alleati di Trump”. Così Zingaretti nel suo intervento alla riunione dell’ufficio politico del Pd.
13.45 – Annullato il question time al Senato
A quanto si apprende il question time, in programma alle 15 in Senato, non si svolgerà. A palazzo Madama erano attesi i ministri Bonafede, Costa e Speranza.
13.30 – M5s riunisce direttivo, poi stasera assemblea
La crisi politica sarà al centro di una serie di riunioni degli organismi M5s che si terranno in giornata. Dopo il tavolo con i componenti del governo, nel pomeriggio il capo politico Vito Crimi (e, forse, il capo delegazione nel governo Alfonso Bonafede) incontrerà gli organismi direttivi dei Gruppi M5s di Camera e Senato. Poi in serata si riunirà l’assemblea congiunta dei deputati e senatori M5s. L’assemblea è stata convocata per le 21.
13 – Marcucci (Pd): “Il Pd è per la parlamentarizzazione della crisi”
“Il Pd pensa che sia opportuno la parlamentarizzazione la crisi, i tempi li decide il governo”. Così il capogruppo del Pd, Andrea Marcucci al termine della capogruppo. Marcucci ha poi annunciato che alle 17 si terrà una nuova capogruppo a Palazzo Madama.
12 – Di Maio: “Il mondo ci guarda e non possiamo andarne fieri”
“Mentre il Paese attraversa uno dei momenti più bui della sua storia, ieri Matteo Renzi ha scelto di ritirare i suoi ministri aprendo l’ennesima crisi di governo. Il mondo ci sta guardando e purtroppo non possiamo andarne fieri. Nell’anno nella presidenza italiana del G20, della copresidenza italiana della COP26 e soprattutto nell’anno in cui dobbiamo iniziare a spendere il piano Marshall del nuovo millennio, l’Italia rischia così di essere macchiata in modo indelebile da un gesto che considero irresponsabile e che, come avevo anticipato, divide definitivamente le nostre strade”. Lo scrive Luigi Di Maio in un post su Fb. “Il mio appello si rivolge dunque a tutti i costruttori europei che, come questo Governo, in Parlamento nutrono la volontà di dare all’Italia la sua opportunità di ripresa e di riscatto. Insieme, possiamo mantenere la via. Guardiamoci intorno e troveremo un Paese che chiede di essere ascoltato. Non possiamo permetterci di ignorarlo. Noi gli daremo voce fino alla fine”. Si conclude così il lungo post su Facebook di Luigi Di Maio, dedicato alla crisi di governo.
11.45 – Fonti Pd: “I responsabili non ci sono, rischio elezioni a giugno”
I cosiddetti responsabili non ci sono, la maggioranza dopo lo strappo con Renzi non esiste più, quindi è reale il rischio di elezioni a giugno. E’ l’analisi che in queste ore stanno facendo fonti qualificate del Pd dove si registra grande preoccupazione. Il Pd, spiegano le stesse fonti, non può andare dietro a rumors su sostegni alla maggioranza che al momento non si palesano. D’altro canto anche ricucire con Iv sembra una chimera perchè M5s ha chiarito che con Matteo Renzi non ci parla più. Quindi senza volerlo, è l’analisi del Pd, la situazione sta rotolando verso elezioni anticipate a giugno.
11.40 – Di Battista: “Renzi fuori e finalmente siamo compatti”
“Il Movimento deve solo mantenere la linea delle ultime 48 ore. Renzi ha squittito per far fuori Conte e basta? Benissimo, Conte resta al suo posto. Renzi ha lasciato il governo? Benissimo, non ci entrerà mai più. Senza Se e senza Ma. Intanto queste sono le due condizioni che la forza politica che ha preso più voti nel 2018 (con una legge elettorale, lo ricordo, fatta ad hoc contro il M5s) mette sul piatto. E siamo compatti. Finalmente”. Così in un post su Fb l’esponente M5s Alessandro Di Battista.
11.35 – Boccia: “Massima priorità ai ristori, la crisi non incide”
La crisi “non ci impedirà di correre per garantire tempi rapidi” sui ristori: il decreto ha la “massima priorità” ma serve prima il nuovo scostamento di bilancio. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia nel corso della riunione con le regioni, sottolineando che si sta ragionando su ristori “specifici” per il settore dello sci e che sono confermati “interventi cospicui” su bar, ristoranti e su tutte le attività che verranno penalizzate dalle chiusure
11.30 – Capigruppo della Camera alle 13
La conferenza dei capigruppo della Camera è convocata alle 13. La richiesta di convocazione è stata avanzata da tutti i gruppi parlamentari al presidente Fico dopo le dimissioni dei ministri di Iv dal governo Conte.
11.20 – Binetti (Udc): “Io una dei responsabili? Non è il singolo che fa la differenza, ma la cultura di cui sono portatrice”
La cattolica Paola Binetti (Udc) risponde in modo laico alla domanda dell’Adnkronos se lei sia annoverabile fra i ‘responsabili’ in grado di dare una mano, in caso di necessità e in nome dell’emergenza nazionale, al premier Giuseppe Conte a palazzo Madama: “Non è il singolo che fa la differenza -replica con gentile fermezza- ma l’area culturale che si rappresenta e a cui un premier deve dar ascolto. Non sono io a fare la differenza, ma la cultura di cui sono portatrice”. “In principio era il Conte 1 -prosegue la senatrice centrista- poi è arrivato il Conte 2… Io non so se ci sarà e cosa sarà il Conte 3… Però una cosa so di certo: deve essere diverso da ciò che è stato nelle versioni precedenti, quando ha sistematicamente ignorato il Parlamento e l’opposizione, di cui non ha preso in considerazione emendamenti, ordini del giorno, ecc”.
“Uno come Dario Franceschini, per esempio, certi modi non li adotterebbe. E lì è chiaro che c’è quella sensibilità ‘alla Dc’ che manca moltissimo in questo clima politico e che invece andrebbe valorizzata. Il problema è che l’unico centro di cui Conte riconosce l’importanza è se stesso. Ecco, se arrivasse una personalità, che sia Conte o un’altra figura, in grado di effettuare una rivoluzione copernicana e di riconoscere le istanze del centro, basate su buonsenso e distanza dagli estremismi, allora il discorso sarebbe ben diverso”, conclude.
11 – Cdm su nuovo scostamento dalle 20 in poi
Dovrebbe tenersi in serata la riunione del Consiglio dei ministri sul nuovo scostamento di bilancio. A quanto si apprende da fonti di governo, il Cdm potrebbe svolgersi “dalle 20 in poi”.
10.30 – Fico: “Contatterò Conte per riferirgli la richiesta di riferire in Aula”
Il presidente della Camera Roberto Fico ha detto che contatterà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per riferirgli della richiesta avanzata dai gruppi parlamentari di venire a riferire in aula sulla situazione determinata dalle dimissioni dei ministri di Italia viva.
10 – Fico ufficializza il passaggio di 5 ex M5s a Centro democratico
Il presidente della Camera Roberto Fico ha ufficializzato la notizia, trapelata ieri, del passaggio di cinque deputati ex M5S alla componente di Centro Democratico – Italiani in Europa guidata da Bruno Tabacci. Si tratta, in particolare, di Marco Rizzone, Fabio Berardini, Mara Lapia, Carlo De Girolamo e Antonio Lombardo.
9.35 – Grillo twitta una foto con Conte: “Con te”
#ConTe pic.twitter.com/c0A500JaM7
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) January 14, 2021
9.30 – Fdi a Montecitorio: “Conte riferisca oggi in Aula. I lavori non possono andare avanti”
“Conte riferisca al Parlamento oggi stesso su quello che succede nella maggioranza”. Lo ha chiesto nell’Aula della Camera il capogruppo Fdi Francesco Lollobrigida. “Non abbiamo ancora capito perché non si sia ancora dimesso. Fico convochi immediatamente la conferenza dei capigruppo perché i lavori di questa aula non possono proseguire in questa condizione”, ha concluso.
9 – L’ex ministra Bonetti: “Siamo disposti a rimanere in maggioranza”. Ma “l’uso del Mes è dirimente”
Siamo disposti” a rimanere in maggioranza. “Le mie dimissioni sono lo spazio perché questo tavolo si apra per le risposte da dare al Paese. Noi sgombriamo il campo, adesso si faccia la politica, noi ci stiamo”. Lo ha affermato l’ex ministra della Famiglia, Elena Bonetti, ai microfoni di Radio 24 ‘Il Sole 24 orè.
Quanto all’ipotesi di una conferma del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “sono altri che hanno detto mai più con Italia viva. La politica non è fatta di mai più. Il tema non è il chi, il tema è il cosa”. “Per noi l’utilizzo del Mes è dirimente per il Paese ed è dirimente per restare in maggioranza che ci siano le condizioni politiche sulla base delle quali l’utilizzo del Mes viene almeno discusso”.