L'obiettivo delle Fiamme gialle è acquisire tutta la documentazione relativa al piano pandemico dal 2006 in poi e gli atti della task force istituita il 22 gennaio 2020 per far fronte all'epidemia di Sars-Cov-2.
Dalle 9,30 di questa mattina la Guardia di Finanza delegata dalla Procura di Bergamo è entrata al ministero della Salute per acquisire tutta la documentazione relativa al piano pandemico dal 2006 in poi e gli atti della task force istituita il 22 gennaio 2020 per far fronte all’epidemia di Sars-Cov-2. Il primo allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità sulle polmoniti di origine sconosciuta in Cina risaliva al 5 gennaio. La Procura di Bergamo, anche sulla base delle denunce promosse dal comitato “Noi denunceremo” nella provincia più colpita dalla prima ondata, procede per epidemia colposa e falso e ha esteso i suoi accertamenti alla (presunta) mancata applicazione del piano pandemico antinfluenzale italiano risalente al 2006, mai aggiornato nonostante le indicazioni dell’Oms e del Parlamento europeo che richiedevano periodici aggiornamenti. Il problema del mancato aggiornamento emerge anche dalla bozza del nuovo piano pandemico circolata negli ultimi giorni. I finanzieri sono andati anche all’Istituto superiore di sanità a Roma, negli uffici dell’ex direttore della Prevenzione del ministero Claudio D’Amario a Pescara e nella sede della Regione Lombardia e all’Asst di Bergamo. Il segretario generale del ministero Giuseppe Ruocco, D’Amario e altri dirigenti sono stati convocati per i prossimi giorni come persone informate sui fatti. Nessuno di loro risulta indagato.