“Si vive nell’incertezza”. A parlare è Antonio Sapone, dirigente scolastico in un liceo di Colleferro, nella provincia di Roma. “Il vicepreside – prosegue – sta lavorando su due orari, perché non sappiamo ancora se lunedì rientreremo”. In attesa di scoprire cosa ne sarà di insegnanti e studenti delle superiori, sindacati e associazioni di categoria sono tornati a manifestare. Il presidio in piazza San Silvestro a Roma ha ribadito la propria contrarietà alle ultime decisioni prese dalla prefettura.
“Il doppio turno dal punto di vista didattico ha ricadute negative” spiega Alessandro Tatarella, segretario generale Flc Cgil di Roma e Lazio. “Non funziona, perché nella secondaria di secondo grado non ci sono le mense e perché costringerebbe gli studenti ad uscire tardi”, ribadisce il sindacalista. E prosegue: “Se si afferma che bisogna attivare i corsi di recupero dopo la dad, vorremmo capire quando si faranno i corsi in presenza se i ragazzi per l’attività curriculare dovranno uscire alle quattro del pomeriggio”. Tra le richieste dei sindacati, ricevuti dal prefetto, ci sono anche i vaccini. “Chiediamo che ci sia la priorità per i docenti” dichiara Aldo Guida, coordinatore regionale della Federazione Gilda-Unams. “Ci deve essere una precedenza per il mondo della scuola – continua il rappresentate degli insegnanti – a partire dal personale, anche perché sappiamo che l’età media dei docenti è molto elevata”. “Sarebbe anche un gesto simbolico” precisa Daniele Conti, della Rete degli Studenti Medi. “E’ importante vaccinare chi potrebbe essere potenzialmente un diffusore del contagio”.
Altra proposta, rivela, Vincenzo Alessandro della Cisl Scuola, è stata quella di “mandare delle unità mobili nelle scuole per conoscere la situazione epidemiologica”. Il sindacalista non nasconde la propria preoccupazione sul ritorno in classe anche all’indomani della crisi di governo: “Privare del Governo un Paese in una situazione d’emergenza è una responsabilità grave”.