La struttura, autorizzata con l'ultimo decreto anti-Covid, sarà creata "a titolo gratuito" da una "società a partecipazione pubblica". Lo scopo è assistere le Regioni più in difficoltà con la campagna nelle operazioni di prenotazione, registrazione e certificazione dei farmaci. Il commissario ai governatori: "Garantire la massima somministrazione possibile (70%), tenendo da parte il 30% per i richiami"
“Al fine di dare piena, celere e trasparente attuazione al piano strategico dei vaccini“, verrà istituita una Piattaforma informativa nazionale per supportare le Regioni che non dovessero farcela a gestire le operazioni di prenotazione, registrazione e certificazione dei vaccini anti-Covid. Lo prevede il decreto legge approvato nella tarda serata di ieri, con cui il Consiglio dei ministri ha fissato le restrizioni che saranno in vigore fino al 5 marzo e prorogato a fine aprile lo stato di emergenza. La struttura sarà gestita dal commissario Domenico Arcuri e agevolerà anche “le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione, e il relativo tracciamento”.
In sostanza, qualora il sistema vaccinale di una Regione non fosse adeguato a gestire i dati relativi alle vaccinazioni sarà la Piattaforma nazionale – su richiesta della stessa Regione – ad eseguire in sussidiarietà le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di certificazione, nonché la trasmissione dei dati al ministero della Salute. Le operazioni di predisposizione e gestione della Piattaforma sono affidate ad Arcuri che, “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, si avvale prevalentemente del supporto di società a partecipazione pubblica che siano in grado di assicurare una presenza capillare sul territorio e che prestino tale servizio a titolo gratuito“.
Il Piano vaccini prevede infatti che le diverse fasi della vaccinazione (prenotazione, registrazione e certificazione) siano affidate alle Regioni, “in qualità di titolari del trattamento, attraverso i propri sistemi informativi vaccinali”. Il decreto obbliga però le Regioni a trasmettere al ministero della Salute tutte le informazioni relative alle somministrazioni dei vaccini “con frequenza almeno quotidiana e comunque nel rispetto delle tempistiche e delle specifiche tecniche pubblicate sul sito istituzionale dello stesso Ministero”. Una volta che l’emergenza sanitaria sarà finita, però, tutti i dati personali dei cittadini caricati sulla Piattaforma dovranno “essere cancellati o resi definitivamente anonimi ovvero restituiti alla regione o provincia autonoma titolare del trattamento”.
Nelle intenzioni di Arcuri, si tratta di un ulteriore passo verso il rafforzamento della campagna di vaccinazione, che a livello di numeri è già la più avanzata d’Europa. Il commissario, però, nel corso di un vertice che si è svolto con il governo e le Regioni, ha ribadito ai governatori di “innalzare l’efficacia della campagna di vaccinazione”, garantendo sempre la “massima somministrazione possibile delle dosi consegnate (il 70%)” e, allo stesso tempo, di mettere da parte il “30%” di stock “per le dosi di richiamo“. Il commissario ha poi evidenziato che si sta finalmente “stabilizzando il rapporto tra dosi consegnate e somministrate“. Al momento l’Italia riceve circa 470mila dosi prodotte da Pfizer-Biontech alla settimana, mentre è appena iniziata la distribuzione delle fiale di Moderna. Non tutte le Regioni, però, vanno alla stessa velocità. Il commissario ha quindi annunciato che presto le “logiche di distribuzione” del farmaco sul territorio potrebbero cambiare, seguendo appunto “l’andamento effettivo della somministrazione“. Tradotto: dosi non più consegnate solo in base alla popolazione delle Regioni, ma priorità a quelle più veloci nelle iniezioni.