“Sono i timori di contagio, più che le misure restrittive, a frenare ancora i consumi di servizi”. A evidenziarlo è Bankitalia nel suo bollettino economico, citando i dati di una rilevazione fra le famiglie italiane. Il calo dell’attività economica, nota via Nazionale, “è stato pronunciato nei servizi e marginale nella manifattura“, con le attese delle imprese peggiorate per la seconda ondata ma lontane dal pessimismo raggiunto nella prima metà dello scorso anno”: le aziende intendono espandere i propri piani di investimento per il 2021.

Al contrario le famiglie sono più pessimiste rispetto all’estate e nei prossimi tre mesi “poco meno di un terzo pensa di diminuire ulteriormente i consumi non durevoli” e “per circa la metà di queste la contrazione della spesa sarebbe superiore al 20%“. La flessione interesserebbe soprattutto i nuclei residenti nelle regioni più esposte all’emergenza sanitaria e “riguarderebbe anche poco più di un quarto di coloro che si aspettano un incremento di reddito nel 2021″. Un terzo dei nuclei familiari dichiara di aver subito nel complesso del 2020 un calo del reddito familiare rispetto all’anno precedente e quasi un sesto del totale segnala una contrazione superiore al 25% Oltre la metà delle famiglie dei lavoratori autonomi e dei disoccupati riferisce una diminuzione delle entrate.

Venendo alle previsioni di crescita, la Banca d’Italia conferma le stime sull’andamento del Pil rilasciate a dicembre. Per il 2021 stima un aumento dell’attività economica del 3,5%, seguito da un incremento del 3,8% nel 2022 e del 2,3% nel 2023. La dinamica dell’attività dovrebbe essere più robusta a partire dal secondo trimestre 2021 e “significativamente più forte nel 2022, grazie allo stimolo delle misure di sostegno”. Alla base delle proiezioni le ipotesi che l’emergenza sanitaria ritorni gradualmente sotto controllo nella prima metà di quest’anno e venga del tutto superata entro il 2022. L’avvio delle campagne di vaccinazione contro il Covid-19, rimarca ad esempio via Nazionale, si riflette favorevolmente sulle prospettive per il medio termine, ma “i tempi e l’intensità del recupero restano incerti”.

Nel frattempo “gli annunci sulla disponibilità dei vaccini, l’ulteriore sostegno monetario e di bilancio e il risolversi dell’incertezza legata alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti hanno rafforzato l’ottimismo degli operatori sui mercati finanziari all’estero e in Italia”. Così “il differenziale di rendimento tra i titoli pubblici italiani e tedeschi sulla scadenza decennale permane su livelli inferiori a quelli osservati prima dell’emergenza sanitaria. I mercati finanziari restano tuttavia sensibili agli sviluppi della pandemia“. E ora anche a quelli della crisi di governo.

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