La dieta dei cittadini europei potrebbe presto arricchirsi di una nuova fonte di proteine: gli insetti. Un’analisi dell’Efsa, Agenzia europea per la sicurezza alimentare, stabilisce che mangiare le larve essiccate di Tenebrio molitor non comporta pericoli per la salute. Si tratta della prima decisione su un alimento di questo tipo, che può tracciare la strada per un gran numero di prodotti simili.
A finire sotto la lente d’ingrandimento dell’agenzia è stata la tarma della farina (Tenebrione mugnaio è infatti il nome scientifico), un coleottero di pochi millimetri che si annida soprattutto nel legno deteriorato e nei cibi a base di cereali. Le larve di questo insetto, già largamente utilizzate per nutrire il pollame o fare da esche nella pesca, possono essere consumate anche dall’uomo. Se opportunamente disseccate, non sono dannose per il nostro organismo, fatti salvi casi di possibili allergie, precisa l’Efsa.
L’azienda francese Micronutris, che ha richiesto l’analisi, le proporrà intere come snack o le utilizzerà ridotte in polvere come base per crackers o barrette energetiche. Ma per arrivare sugli scaffali dei supermercati europei, le larve di coleottero devono superare un altro passaggio. Toccherà alla Commissione Paff (Piante, Animali, Cibo e Mangime), convalidarne o meno la messa in vendita entro sette mesi. Questo organismo specializzato dipende dalla Commissione Europea, ma è integrato anche dai rappresentanti dei 27 Stati membri, ognuno dei quali deve poi concedere il nulla osta per la commercializzazione sul suo territorio. Potrà accadere quindi che le larve vengano immesse sul mercato solo in alcuni dei Paesi comunitari.
La scelta dell’Efsa è considerata da molti come un’apertura a un nuovo settore alimentare dalle grandi potenzialità. “Un’autorizzazione da un organismo così accreditato potrebbe dare più sicurezza al consumatore finale”, dice al fatto.it Costanza Jucker, esperta della materia al Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’ Università degli Studi di Milano.
Al di là delle norme in materia, però, rimane un grande ostacolo culturale all’entomofagia: “L’interesse verso gli insetti come cibo sta crescendo, ma per la maggior parte delle persone mangiarli è ancora un tabù, soprattutto rispetto all’ingestione dell’esemplare intero”. Una maggiore disponibilità all’assaggio, secondo Jucker, arriva sui prodotti a base di insetti in cui questi ultimi non siano immediatamente riconoscibili e da determinate fasce della popolazione. “Abbiamo notato che gli uomini più delle donne e i giovani più degli anziani sono inclini a provare questi nuovi alimenti”.
Il consumo di insetti è del resto universalmente considerato un’alternativa sostenibile per l’alimentazione umana, come afferma in una nota dell’Efsa il professor Mario Mazzocchi dell’Università di Bologna. “Chiari benefici ambientali ed economici derivano dalla sostituzione delle proteine animali tradizionali con altre che richiedono meno nutrimento, producono meno rifiuti ed emissioni di gas a effetto serra”. Forse anche per questo, sotto la spinta di trend alimentari più rispettosi dell’ambiente, le aziende produttrici di novel foods non hanno perso tempo: ci sono già grilli e locuste nella lista dei prodotti in attesa di un giudizio dall’agenzia per essere considerati come “nuovi alimenti”.
In alcuni Paesi europei, comunque è già possibile acquistare insetti per l’alimentazione umana. Le autorità di Belgio, Paesi Bassi e Francia hanno infatti avallato l’immissione sul mercato di alcune specie prima dell’entrata in vigore del Regolamento europeo sui nuovi alimenti (gennaio 2018), che assegna all’Efsa l’approvazione preliminare per l’intera Europa. Le larve essiccate di tarma della farina, però, possono spingersi oltre e diventare i primi insetti commestibili con un lasciapassare valido in tutta l’Unione.