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Regione Lombardia e Bolzano fanno ricorso contro la zona rossa. Fontana: “Punizione che non meritiamo”

"Ho chiesto al ministro Speranza di ripensarci e invieremo delle accurate note per spiegare le motivazioni della nostra opposizione", ha spiegato il governatore lombardo. In Alto Adige Kompatscher si dice "sconcertato" e annuncia che la sua giunta ha deciso di non inasprire le limitazioni attualmente in vigore
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Regione Lombardia e la provincia di Bolzano annunciano di voler fare “ricorso” contro l’inserimento in zona rossa di entrambi i territori deciso dal ministero della Salute in base all’ultimo monitoraggio dell’Iss. “Ho chiesto al ministro Speranza di ripensarci e invieremo delle accurate note per spiegare le motivazioni della nostra opposizione. Sono stato cauto e ho preteso sempre il rispetto delle regole. Tuttavia ritengo fortemente penalizzante questo scenario, che darebbe un colpo devastante a una grossa fetta dell’economia lombarda”, ha spiegato il governatore Attilio Fontana. Altrettanto duro il presidente della provincia altoatesina Arno Kompatscher: “Sono rimasto abbastanza sconcertato, visto che attualmente siamo zona gialla. Anche il ministro Speranza mi ha confessato di essere sorpreso”.

Il punto è che la decisione del ministero della Salute si basa sull’andamento dei contagi relativi alla prima settimana di gennaio, ma secondo Fontana non rispecchia la situazione attuale del coronavirus nella sua Regione. “In Lombardia negli ultimi 15 giorni la situazione è migliorata almeno per classificarci in zona arancione. Attendiamo l’ufficialità dal Ministero (della Salute, ndr) ma siamo pronti a presentare ricorso”, ha spiegato, ricordando di aver chiesto più volte al governo “di rivedere i parametri perché basati su dati vecchi”. A suo parere, inoltre, “non tengono conto di importantissimi indicatori a noi favorevoli, come per esempio l’Rt sull’ospedalizzazione. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto risposta”. Gli altri indicatori, però, dicono che la Lombardia è compatibile con uno scenario di tipo 3, cioè ad alto rischio di trasmissibilità. Stando al monitoraggio dell’Iss, inoltre, qui l’indice Rt è superiore a 1,25, proprio la soglia oltre la quale scatta la zona rossa individuata dall’ultimo decreto Covid.

Situazione simile a Bolzano, dove il presidente della giunta provinciale ha chiesto una valutazione dei dati epidemici all’Azienda sanitaria locale. Al termine di una seduta straordinaria della giunta, ha quindi deciso di non inasprire le limitazioni attualmente in vigore. “I nostri dati sono addirittura lievemente migliori della scorsa settimana, quando eravamo zona gialla. Sulla base delle indicazioni dell’Azienda sanitaria abbiamo perciò deciso di mantenere il regime attuale“, ha detto Kompatscher. L’assessore alla sanità Thomas Widmann ha parlato di una “valutazione sbagliata e inaccettabile“. “Ci puniscono perché testiamo di più”, ha detto Widmann, parlando di “un danno enorme per la Provincia di Bolzano”. L’assessore ha anche contestato il calcolo di letti Covid, “che secondo i nostri dati sono ben sotto il 40%”. Mentre – ha continuato – il rt secondo Roma è del 1,5, secondo gli esperti dell’Azienda sanitaria altoatesina sarebbe dello 0,81.
“Non è il momento di liberalizzare, ma neanche di inasprire”, ha detto il presidente della Provincia autonoma. L’ordinanza che firmerà in serata confermerà le attuali limitazioni, con qualche ritocco.

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