Tredici persone sono indagate in un’inchiesta della Guardia di Finanza, condotta dalla procura di Livorno, nata dalle accuse a un’ex dirigente del municipio di Collesalvetti, già licenziata, di aver riciclato denaro del Comune per acquistare droga e giocare d’azzardo on line. Per sei di loro il giudice per le indagini preliminari ha emesso misure cautelari: due indagati sono finiti in carcere, uno ai domiciliari e tre hanno ricevuto l’obbligo di dimora. I sei destinatari dell’ordinanza, secondo i finanzieri dei comandi di Livorno e Pisa, sarebbero coinvolti nello spaccio di stupefacenti nel Pisano anche usando i figli minori come paravento per spostarsi durante il lockdown primaverile.
L’operazione è partita da Collesalvetti dopo che la funzionaria comunale era finita in un’indagine per peculato, accusata di essersi appropriata di oltre 650mila euro dai conti correnti del piccolo Comune, soldi di cui aveva la disponibilità per ragioni di ufficio. Seguendone le tracce, i finanzieri hanno ricostruito l’acquisto di carte ricaricabili per le scommesse on line e di droga da parte della donna.
Nel corso delle indagini la ex dirigente ha raccontato ai finanzieri di essere stata vittima di presunte attività estorsive da parte di extracomunitari che l’avrebbero minacciata di rivelare la sua tossicodipendenza, portandole perfino via il cane come ostaggio. Dai successivi accertamenti secondo gli investigatori è emerso però un altro scenario: ammanchi dolosi dalle casse del Comune dal 2009 al 2018, terminati con il licenziamento della dirigente nell’ottobre 2019, e utilizzo dei proventi illeciti per acquisti di stupefacente e giochi on line, riciclati per 84mila euro, con la complicità di un italiano.
Negli sviluppi dell’indagine è emersa infine anche una rete di spaccio attiva nel territorio di Pisa. Durante le intercettazioni nei confronti degli spacciatori, che si avvalevano negli spostamenti anche dei figli minori per non destare sospetti, in meno di 10 mesi, sono state rilevate 700 cessioni di sostanze stupefacenti per 3,5 chili di hashish e mezzo chilo di marijuana. Gli indagati, peraltro, hanno operato anche durante la fase del primo lockdown: si è così giunti all’arresto di quattro persone in flagranza di reato e al sequestro di 100 grammi di stupefacenti.