Cultura

Lo Scaffale dei Libri, la nostra rubrica settimanale. Diamo i voti ai libri di 3 scrittrici: Borgo Sud, Quando le montagne cantano, Adorazione

di Davide Turrini e Ilaria Mauri

ADORAZIONE - 3/3

Avevamo adocchiato con naturale bramosia e sincera speranza Adorazione di Alice Urciuolo (66thand2nd). Un incipit tutto al femminile, misteriosamente insinuante, intimamente maturo e volutamente sprofondato nel disagio del singolo (la sedicenne Diana attratta senza motivo dai corpi femminili e che prova vergogna del suo a causa di una voglia sotto la coscia), nel contesto socio-cultural-geografico dell’intero racconto (l’Agro Pontino lontanamente fascio middle class maschilista ma senza troppa volgarità), e nello schema reiterato a livello formale dell’opera ovvero il continuo andirivieni spaziale di un brulichio di adolescenti co-protagonisti (le considerazioni di Diana sono solo un possibile avvio) con nome proprio secco che si passano di continuo il testimone dell’incedere narrativo corale. Diana è amica di Vera che è sorella di Giorgio, quest’ultimo avrebbe una relazione con Melissa, ci prova con Diana ed è cugino di Vanessa che sta con Gianmarco. Tutti sono bene o male amici di Christian che sta con Teresa ma che fa la corte a Vera. Poi ci sono Saverio, Nicoletta, Asia, Maria Rita, ma soprattutto c’era Elena che è stata uccisa dal geloso e asfissiante Enrico. Mentre Vanessa, la più bella di tutte, compie 18 anni e invece di godersi gli agi offerti dalla benestante famiglia del fidanzato cerca lavoro nel ristorante sul mare dei genitori di Diana. Alla quotidianità di un inizio estate post scuola soggiace apparentemente lo sconvolgimento dovuto alla morte di una coetanea anche se poi sembra subito il turbamento erotico, la scintilla della libido, il piacere del corteggiamento a prendere il sopravvento. Sessualità che però non può e non sembra incanalarsi negli schematismi patriarcali che ingabbiano la femmina dalla notte dei secoli. Immersi in una cultura popolare condivisa (Chi?, Intimissimi, Netflix, i social) i personaggi di Adorazione respirano contratti, tutti infinitamente identici, tutti incatenati ad un dialogare piatto e opaco che si fonde con la lingua bradisismica dell’autrice. Tanto che se apri a caso il libro, in un qualsiasi capitolo, il racconto potrebbe iniziare da lì senza la necessità delle 50, 100, 150 pagine precedenti. Un limite sostanziale enorme che sembra risalire alla necessità di rendere romanzo un susseguirsi di scene che sembrano desunte da un film o da una serie. Si dirà che Urciuolo insegue un naturale realismo, ma che altri non è che inusitata levigatura della scrittura, letteratura che non osa mai un’appartenenza alta o altra, una divagazione introspettiva, un intermezzo inatteso, una cadenza che vada oltre il ritmo binario di apertura/chiusura capitolo. Infine c’è lo sfiorare sterile del concetto di bellezza, della macchinosa e inconcludente rappresentazione dell’apparire e dell’essere di un’età sacra e vitale. Urciuolo vi si presenta davanti alludendo e illudendo, arenandosi nelle secche di uno young adult qualunque dove si vogliono abbattere tabù (l’orgasmo femminile modello “venne finalmente per la prima volta” a sedici anni (gulp!) o i protagonisti che si accoppiano e scoppiano come fossero dei piccoli trentenni), strategia programmatica accattivante ma anche piuttosto forzata. C’era (340 pagine) ma non l’abbiamo sentito. Voto: 4

ADORAZIONE - 3/3
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