La crisi di governo al momento costa a Matteo Renzi un calo nei sondaggi dello 0,6%. Non poco, per un partito che a metà dicembre era dato al 3% e ora si ritrova al 2,4%, cioè sotto la soglia di sbarramento prevista dall’eventuale legge elettorale. Se si votasse oggi, quindi, secondo la rilevazione condotta da Ipsos per il Corriere della Sera Italia viva sarebbe fuori dal Parlamento. Per il 44% degli intervistati, infatti, lo strappo con il resto della maggioranza è dovuto al desiderio di Renzi di inseguire i propri interessi personali o della sua parte politica. Solo il 16% ritiene che alla base ci siano “questioni politiche di merito”, cioè distanze troppo ampie tra Iv e Conte su temi importanti per il Paese. Il 9% legge dietro all’intera operazione uno scontro personale tra Renzi e il premier, mentre il 6% accusa Palazzo Chigi di perseguire i suoi interessi. Sommando le precedenti percentuali, resta fuori un 25%, cioè un italiano su quattro, che ammette di non saper rispondere alla domanda.
Il sondaggio Ipsos fotografa quindi un generale smarrimento dei cittadini nei confronti di una crisi di cui si stentano a capire le ragioni. Il 45% degli intervistati sostiene di averle comprese, mentre il 42% risponde con un secco no e il 13% non sa rispondere. Di conseguenza, la maggioranza dei cittadini ritiene che l’esperienza del governo Conte debba “andare avanti”. Il 43% pensa che sia stata una fase positiva, il 36% ritiene invece che sia arrivata al capolinea. Uno su cinque non sa rispondere. Le percentuali ovviamente variano all’interno dell’elettorato di ciascun partito. È significativo che sia soprattutto la base dem ad apprezzare l’esecutivo giallorosso: l’81% di chi vota Pd pensa che debba andare avanti, mentre tra i pentastellati il dato cala leggermente al 77% e al 64% a sinistra. Gli elettori della Lega e di Fratelli d’Italia sono in larga maggioranza per un cambio della guardia, mentre il fronte dei moderati è più spaccato: uno su due vuole la caduta del governo, mentre il 38% dei forzisti preferisce che Conte resti in sella.
E se si votasse oggi? Come detto, Italia viva otterrebbe il 2,4%, ben lontano dal 6,2 che Ipsos gli assegnava a fine ottobre 2019, cioè poco dopo la sua nascita. Il Pd è dato al 19,9%, leggermente al di sotto del 20,2 di un mese fa. In leggera risalita il Movimento 5 stelle, ora al 16,3%, così come Liberi e uguali, che guadagna un buon 0,5% e cresce al 3,5%. Azione di Carlo Calenda è dato al 3,3%, mentre +Europa ed Europa verde sono entrambi al di sotto della soglia di sbarramento. Sul fronte del centrodestra, il primo partito resta la Lega di Matteo Salvini, nonostante continui a perdere terreno: se si votasse oggi, otterrebbe il 23,1% dei voti. In netta risalita Forza Italia, che passa dal 9,3% di metà dicembre al 10,2%. Tutto a discapito di Giorgia Meloni: Fratelli d’Italia lascia sul terreno un 1% e cala al 15%. Gli astenuti sono al 39,1%. Nella rilevazione non viene presa in considerazione un’ipotetica lista Conte, ma a gennaio il gradimento del premier è ancora sopra i 50 punti (passa dal 57 al 56). Un dato superiore all’ottobre 2019, quando approdò a Palazzo Chigi con il sostegno di Pd e M5s con un apprezzamento di 53 punti. Stabile il giudizio positivo nei confronti dell’esecutivo (49), anche in questo caso superiore al 42 delle fasi iniziali.
Il sondaggio è stato realizzato da Ipsos per il Corsera presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate mille interviste (su 5.725 contatti), condotte mediante mixed mode Cati/Cami/Cawi tra il 13 e il 14 gennaio 2021. Per dare stabilità alle stime pubblicate, i risultati presentati sono il prodotto di un’elaborazione basata, oltre che sulle 1.000 interviste prima citate, su un archivio di circa 5.000 interviste svolte tra il 9 dicembre 2020 e l’8 gennaio 2021.