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Afghanistan, due giudici della Corte suprema uccise in centro a Kabul da uomini armati

Non si ferma la violenza riesplosa in questi giorni ultimi giorni in Afghanistan. Uomini armati hanno sparato a due donne giudici della Corte suprema, uccidendole, al centro di Kabul. Il portavoce del procuratore generale ha precisato che l’agguato è avvenuto mentre le due magistrate si stavano recando al lavoro. “Sfortunatamente, abbiamo perso due giudici donne nell’attacco di oggi. Il loro autista è rimasto ferito”, ha confermato Ahmad Fahim Qaweem, il portavoce della Corte suprema precisando che “più di 200 giudici donne lavorano per la Corte Suprema”. Da parte sua, il portavoce della polizia di Kabul, Ferdaws Faramarz, ha detto che le due donne sono state uccise nel centro della città alle 8.30 (le 5.30 in Italia). L’attentato non è stato per il momento rivendicato.

Almeno 15 agenti della sicurezza afghana sono morti negli ultimi giorni nell’ennesima ondata di attacchi e attentati nel Paese. La polizia ha confermato che due giorni fa due combattenti talebani sono entrati in una base di miliziani filo governativi nel distretto di Ghorian, nella provincia di Herat (ovest), uccidendone 12. Nel centro della capitale Kabul un veicolo che trasportava poliziotti è saltato in aria (foto) a causa di una mina piazzata lungo la strada, uccidendo due agenti e ferendone un terzo. Un’altra mina è esplosa nei giorni scorsi nella città di Pul-e-Khumri, nella provincia di Baghlan (nord), al passaggio di un veicolo della polizia, questa volta uccidendo un agente e ferendone un altro. Una bomba sul ciglio della strada è esplosa una settimana fa sempre a Kabul, uccidendo almeno tre persone a bordo di un veicolo.Attacco avvenuto nel Paese mentre i negoziatori del governo erano in Qatar per riprendere i colloqui di pace con i talebani.

L’omicidio delle magistrate è stato portato a termine due giorni dopo che il Pentagono ha annunciato di aver ridotto il numero delle sue truppe nel Paese a soli 2.500 unità, il numero più basso degli ultimi due decenni. Le autorità afghane attribuiscono l’ondata di violenza al rilascio lo scorso anno di 5.000 combattenti talebani nell’ambito di un accordo tra l’amministrazione Trump e i talebani per portarli al tavolo dei negoziati. Tra l’altro, proprio oggi si è tenuto un altro incontro ad alto livello tra i delegati talebani e l’inviato speciale degli Usa per l’Afghanistan, Zalmay Khalilzad, insieme al capo delle forze statunitensi a Kabul, il generale Scott Miller. Durante l’incontro, gli insorti hanno chiesto nuovamente il rilascio dei combattenti ancora incarcerati, insieme alla rimozione dei talebani dalla lista nera delle Nazioni Unite. Ma il presidente Ashraf Ghani accusa gli integralisti di aver lanciato una “guerra illegittima”. “Il governo ribadisce ancora una volta il suo appello ai talebani che violenza, terrore, brutalità e crimini prolungheranno solo la guerra nel Paese”, si legge in un comunicato della presidenza. Anche il capo della commissione indipendente afghana dei diritti umani, Shaharzad Akbar, ha condannato l’uccisione delle due giudici definendo gli omicidi un “massacro sistematico“.