I carabinieri del nucleo antisofisticazione stanno cercando di fare luce su quanto accaduto a Scicli tra il 5 e il 6 gennaio. L'azienda sanitaria, dieci giorni fa, aveva spiegato che "le persone che hanno avuto il vaccino l’hanno fatto per contribuire a utilizzare al più presto le fiale scongelate, che altrimenti sarebbero andate perse, perché alcune persone in lista non si erano presentate"
I carabinieri del Nas cercano di fare luce su quanto accaduto a Scicli nei primi giorni di gennaio, quando alcune dosi del vaccino anti-Covid sono state somministrate a persone non in elenco. Secondo le indagini, nella lista dei “furbetti, di chi ha scavalcato la fila, ci sono almeno 4 ex sindaci del Ragusano, uno ancora in carica. Non solo, sono coinvolti anche parenti di alcuni dirigenti amministrativi dell’Asp (l’azienda sanitaria provinciale) di Ragusa.
La storia era emersa tra il 5 e 6 gennaio scorso, quando la macchina sanitaria regionale aveva avviato la campagna di vaccinazione al personale sanitario. Il sindaco di Scicli, Enzo Giannone, si era rivolto all’Asp per avere chiarimenti sull’accaduto. Tra i vaccinati, anche un sacerdote, Umberto Bonincontro, ultra 80enne, che aveva detto di essere stato chiamato per ricevere il vaccino e di aver agito in buona fede. L’azienda sanitaria, dieci giorni fa, aveva spiegato che “le persone che hanno avuto il vaccino l’hanno fatto per contribuire a utilizzare al più presto le fiale scongelate, che altrimenti sarebbero andate perse, perché alcune persone in lista non si erano presentate“, aveva detto il manager dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò.
I reparti territoriali dei carabinieri e i Nas, i nuclei antisofisticazione, sono impegnati su tutto il territorio per verificare che la campagna di vaccinazione proceda seconde le regole, dalla “corretta conservazione del vaccino” agli “standard di sicurezza per il loro stoccaggio”, ha spiegato il nuovo comandante dell’Arma, il generale Teo Luzi, intervistato dal Corriere della Sera. “Stiamo collaborando con la magistratura su presunte illegittimità nella somministrazione del vaccino a soggetti non rientranti nelle categorie di priorità“, ha aggiunto Luzi, che ha citato il caso dei furbetti del Ragusano ma anche altri episodi simili: “”Stiamo approfondendo alcune situazioni emerse a Modena, Cosenza, Brindisi, Scicli e Carbonia, ma non appare un fenomeno diffuso“.