Sono 1.123.021 le persone che in Italia hanno ricevuto la prima dose di vaccino anti-Covid e partono oggi le somministrazioni delle seconde dosi. Ma la fase dei richiami comincia con l‘incertezza provocata da Pfizer, che venerdì 15 gennaio ha annunciato una temporanea riduzione delle fiale destinate al nostro Paese. Un taglio del 29%: “Nella prossima settimana a fronte delle 562.770 dosi previste, verranno consegnate 397.800 dosi“, spiega in una nota l’ufficio stampa del commissario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri. Inoltre, denuncia lo stesso commissario, “l’arbitraria distribuzione decisa dall’azienda, non condivisa né comunicata agli uffici del Commissario, produrrà un’asimmetria tra le singole Regioni, con una differente riduzione delle consegne e con sei Regioni che non subiranno alcuna riduzione”.

Il primo giro di boa, con l’iniezione della seconda dose per chi era stato vaccinato il 27 dicembre e nei giorni immediatamente successivi, comincia quindi con 164.970 dosi in meno che arriveranno dalla casa produttrice. Le Regioni hanno già messo da parte il 30% delle fiale, per evitare “buchi” nei richiami: l’Italia infatti segue la linea ufficiale della seconda somministrazione a 21 giorni di distanza dalla prima. La decisione di Pfizer, definita “arbitraria” da Arcuri, rischia però di creare ulteriori storture a livello territoriale. Sono solo 6 le Regioni che non subiranno tagli la prossima settimana: Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta. Sono tutte Regioni piccole che, a parte la Basilicata, hanno già iniettato più del 70% delle dosi finora consegnate (senza considerare la sesta dose per fiala). Emilia Romagna, Lombardia e Veneto con circa 25mila dosi sono le regioni più penalizzate, poi il Lazio con 12mila e la Puglia con 11.700.

Per l’Italia ora diventerà sempre più cruciale il via libera al vaccino Astrazeneca: “”Il 29 gennaio l’Ema si riunisce per valutare la possibile approvazione – spiega Arcuri a Domenica In su Rai Uno – se ciò avviene avremo altri 40 milioni di vaccini e altri 16 milioni nel primo trimestre di quest’anno e potremo accelerare la campagna vaccinale, anticipando ad esempio con i soggetti fragili tra i 60 e 70 anni e altre categorie a rischio”. Intanto, “per gli 80enni iniziamo le vaccinazioni dalla prossima settimana – aggiunge il commissario – in due regioni sono già iniziate, è importante che Pfizer e altre aziende riprendano ad avere comportamenti normali“. Pfizer taglia le dosi perché altri Stati pagano di più? “Non posso rispondere, le posso fare un sorriso…“, afferma ancora Arcuri.

La spiegazione di Pfizer – L’azienda americana, produttrice del primo vaccino anti Sars-CoV2 messo a punto con la tedesca BioNTech, assicura però che i disagi provocati dai tagli rientreranno in breve tempo. Intervistata dal Corriere della sera, Paivi Kerkola, ad di Pfizer Italia, prova a rassicurare: “Pfizer e BioNTech hanno sviluppato un piano che consentirà l’aumento della capacità produttiva in Europa e fornirà un numero significativamente maggiore di dosi nel secondo trimestre. Per raggiungere questo obiettivo, si è reso necessario apportare subito alcune modifiche ai processi di produzione. Di conseguenza, il nostro stabilimento di Puurs, in Belgio, subirà una temporanea riduzione del numero di dosi che saranno recapitate nella prossima settimana. Le consegne nell’Unione Europea torneranno regolari, come da programma, a partire dalla settimana del 25 gennaio, con un aumento a partire dalla settimana del 15 febbraio, consentendoci di consegnare le quantità di dosi di vaccino previste per il primo trimestre e un quantitativo nettamente superiore nel secondo trimestre”.

I numeri – Intanto però i ritardi rischiano di incrinare il ritmo delle vaccinazioni in Italia, che inevitabilmente devono rallentare per evitare di non avere dosi a sufficienza per i richiami. Stando ai dati aggiornati alle ore 13 del 17 gennaio, tutte le Regioni hanno iniettato oltre la metà delle dosi finora ricevute. La Campania resta quella con la percentuale maggiore, seguita dalla Provincia di Bolzano che ha recuperato in una settimana il gap rispetto al resto del Paese. La Lombardia invece ha effettuato più somministrazioni in assoluto: 177.282. Negli ultimi giorni, però, a livello nazionale il numero totale di vaccinazioni giornaliere è diminuito, dopo aver superato quota 90mila. Sabato 16 gennaio sono state vaccinate 54mila persone.

Fedriga chiede un riequilibrio – “Ho chiesto al commissario Arcuri che il taglio sulla fornitura dei vaccini sia riequilibrato a livello nazionale, senza creare delle evidenti disparità che colpiscono in maniera significativa il Friuli Venezia Giulia“, ha detto oggi a Trieste il governatore Massimiliano Fedriga nel commentare l’annuncio del mancato arrivo del 54 per cento di dosi settimanali di vaccino Pfizer rispetto alla quantità prevista. Come ha spiegato lo stesso Fedriga, si è trattato di una riduzione effettuata in base a una comodità organizzativa dell’azienda e non su quelle che sono le effettive necessità delle Regioni. Come ha rimarcato il governatore, “a questo punto per le prossime forniture servono garanzie formali per programmare puntualmente l’agenda delle vaccinazioni, che comprende anche i richiami, per i quali abbiamo accantonato prudenzialmente una riserva”.

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