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Zaki, conclusa l’udienza sul rinnovo della custodia al Cairo: si attende l’esito. Amnesty: “Undici mesi e mezzo di detenzione illegale”

Quattro funzionari internazionali erano presenti al tribunale su iniziativa italiana, nell’ambito del meccanismo di monitoraggio processuale dell’Unione Europea. L’udienza deciderà se la carcerazione verrà rinnovata di altri 45 giorni o se verrà ordinata una scarcerazione

Un’altra udienza per Patrick George Zaki. Si è tenuta oggi al Cairo la seduta sul rinnovo della custodia cautelare per lo studente egiziano dell’Università di Bologna che da quasi un anno è detenuto in carcere a Tora, in Egitto, con l’accusa di propaganda sovversiva su internet. Per ora non ci sono indicazioni sull’esito dell’udienza, che deciderà se la carcerazione verrà rinnovata di altri 45 giorni o se verrà ordinata una scarcerazione. All’udienza hanno assistito, come a quella dello scorso 6 dicembre, quattro funzionari internazionali. Oggi erano presenti un diplomatico italiano, francese, olandese e canadese.

“L’udienza di Patrick Zaki è terminata e, come sempre, sono iniziate le ore di attesa per conoscerne l’esito. Speriamo che 11 mesi e mezzo di detenzione arbitraria e illegale di un prigioniero di coscienza, per i giudici egiziani, possano bastare“, ha scritto su Twitter il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, usando l’hashtag ‘free Patrick Zaki‘.

I funzionari internazionali si sono recati al tribunale su iniziativa italiana, nell’ambito del meccanismo di monitoraggio processuale dell’Unione Europea. Il caso Zaki è al momento l’unico attivamente monitorato da un gruppo di Paesi, e ciò sempre per iniziativa dell’ambasciata italiana al Cairo, mentre il meccanismo di monitoraggio europeo nel suo complesso rimane momentaneamente sospeso a causa del Covid-19. I quattro diplomatici che hanno assistito all’udienza di oggi hanno potuto vedere Zaki e salutarlo, trovandolo in “buono stato“. Lo studente ha ringraziato più volte i funzionari presenti per il sostegno che viene dall’Ue e dai loro Paesi.