Il segretario del Pd riunito in assemblea con i senatori alla vigilia del voto a Palazzo Madama: "La situazione è molto difficile e complessa sia per quanto riguarda gli aspetti politici che quelli parlamentari". Il "cuore" del problema in questo momento è "la difficoltà di tutti - forse solo noi ci siamo predisposti bene - nell’ascolto delle ragioni degli altri". E su Conte: "Non sempre ha condiviso l'esigenza di affrontare i nodi politici"
Di fronte ai senatori del Partito Democratico, il segretario Nicola Zingaretti prepara la strada verso il voto di martedì provando a serrare i ranghi e allo stesso tempo avvertendo sulla complessità della situazione, non solo relativamente al confronto a Palazzo Madama delle prossime ore. “Siamo dentro una partita politica che di ora in ora cambia ma il cuore del problema è che la situazione è molto difficile e complessa sia per quanto riguarda gli aspetti politici che quelli parlamentari”, dice Zingaretti di fronte ai senatori riuniti in assemblea sottolineando più volte che “la situazione è molto complicata” e “grave”. La crisi è “esplosa nel momento storico nel quale la crisi sanitaria e sociale e l’avvio del Recovery, quanto avviene in queste ore nel mondo della scuola, rende comunque il dibattito sulla crisi lontano mille miglia dalle condizioni di vita normali delle persone”.
Zingaretti guarda oltre il voto del Senato, spartiacque della crisi aperta da Matteo Renzi, compattando un gruppo dove ci sono diversi ex renziani di stretta osservanza, dal capogruppo Andrea Marcucci a Luca Lotti. E dove anche nelle ultime ore non sono mancati distinguo, come quella di Tommaso Nannicini che nelle scorse ore ha sottolineato come, a suo avviso, nelle parole di Conte alla Camera siano mancati riferimenti al rilancio dell’azione di governo. Tuttavia Zingaretti si dice “fiducioso” sul fatto che “anche questa volta prevarrà il bene comune del Paese” grazie a “un’azione collettiva del Pd”, senza “mai derogare all’innovazione” nel governare.
Ma “la strada, strettissima, è molto più stretta di quanto si immagini, perché non possiamo in prospettiva accettare di tutto”, spiega ai dem in un messaggio rivolto indirettamente anche al presidente del Consiglio. Il Pd, ha ricordato il segretario, da settembre 2019, quando nacque il Conte 2, è “impegnato in un tentativo che è sempre lo stesso, di garantire un governo all’altezza della situazione e delle sfide che abbiamo davanti” e che “attraverso questo agire salvi questa legislatura nata senza un vincitore del voto popolare”. “Noi – ha scandito – siamo garanti di una situazione che abbia l’autorevolezza e la forza di condurre il Paese a fine legislatura”.
Il “cuore” del problema in questo momento, ha continuato il segretario dem, è “la difficoltà di tutti – forse solo noi ci siamo predisposti bene – nell’ascolto delle ragioni degli altri e nella volontà di fare insieme un passo in avanti. Questo peserà anche in queste ore”. La situazione, lascia intendere, è in continua evoluzione e questo aspetto “pesa nelle rigidità del confronto e nella fiducia della possibilità di fare con tranquillità un passo in avanti”, aggiunge. La strada “non può che essere quella di ottenere una fiducia con il massimo del consenso al governo”.
Alla Camera Conte, ha detto ancora Zingaretti, “in modo molto importante nel suo intervento ha riproposto il tema del patto di legislatura e quindi non con una visione statica, non ‘arriviamo al massimo dei voti possibili e poi si vede’”, ma “ha preso su di sé l’esigenza di continuare una stagione di rilancio dell’azione di governo che però avviene non solo con numeri molto angusti, ma all’interno di una compagine che è molto più complessa di quello che ci si immagina”. Il segretario rivendica di aver posto il tema del rilancio e ammette: “Non siamo riusciti anche perché i 19 punti contenevano tanti aspetti contraddittori e anche perché non sono stati rispettati – ha ricordato – Abbiamo collocato il partito dentro questo doppio fronte: non essere pigri, stimolare, e ottenere sempre il massimo. Appena la pandemia lo ha permesso, abbiamo posto il tema della verifica di governo tentando anche di promuovere, con grande disponibilità degli alleati all’inizio, una visione comune che si concretizzasse nel patto di fine legislatura”.
Quei “nodi politici” però, precisa, non hanno sempre trovato una sponda a Palazzo Chigi: “Non sempre Conte ha condiviso l’esigenza di affrontarli”, in particolare “sulle riforme istituzionali”. C’è stata “una interlocuzione affinché si facesse un passo avanti” ma la crisi “ha interrotto questo tentativo”. Una situazione dalla quale Zingaretti bisogna uscire perché “la chiusura della legislatura sarebbe un fatto sbagliato e drammatico per il Paese, un elemento avventuristico”. Di fronte a questo scenario, assicura il segretario, “domani daremo un sì alla fiducia molto molto convinto, con lo spirito di salvare questo nostro Paese e dare una prospettiva politica alle tante cose che ci sono da fare nei prossimi mesi”.
Tra i cittadini c’è “una domanda di sicurezza” e “la nostra politica è in sintonia con questa domanda: no a salti nel buio, ma lavoro perché sia data la migliore risposta” a quella domande di sicurezza. “Per questo – ha concluso di fronte ai senatori dem – abbiamo spinto per un appello alla responsabilità nelle aule parlamentari, spingiamo per un rilancio della legislatura. Conte ha detto che è tempo di voltare pagina” e il segretario dem individua “nelle parole di Conte” una possibile “evoluzione positiva dello scenario politico rispetto all’ipotesi di una crisi al buio”.