Dopo l’appello lanciato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nell’Aula di Montecitorio per il voto di fiducia alla Camera, è soprattutto tra centristi e Forza Italia, oltre che dentro gli indecisi di Italia Viva, che si continua a guardare per allargare i confini dell’attuale maggioranza. “La maggioranza ‘Ursula‘ è tutt’altro. Conte è estraneo alla famiglia popolare, dai senatori di Forza Italia non avrà alcun appoggio”, taglia corto però il vicepresidente azzurro Antonio Tajani. Eppure le trattative, in vista del voto decisivo di Palazzo Madama di martedì, sono ancora in corso: “Oggi e domani avremo la fiducia, tra Camera e Senato, intanto andremo avanti. Noi lavoriamo per aumentare il numero dei senatori dentro il gruppo Maie-Italia 23, alla luce del sole, non è il modello dei ‘responsabili’ del 2011. E non escludo ingressi da Forza Italia”, ribatte invece il sottosegretario agli Affari esteri Ricardo Merlo, da settimane attivo nella ricerca dei ‘costruttori’ e dei numeri per tenere in vita il governo Conte. E sullo stop a Renzi e Italia Viva ribadito dal premier Conte in Aula? Dentro il Pd non tutti, al di là della linea ufficiale del partito, chiudono la porta. “Molto complicato ricomporre con Italia Viva, detto questo, è una legislatura in cui sconsiglio l’utilizzo del ‘mai’“, spiega l’ex presidente dem Matteo Orfini. Prioritario sarà passare la prova dell’Aula, intanto, ricorda il dem Stefano Ceccanti: “La gran parte dei provvedimenti, esclusi per esempio scostamenti di bilancio e leggi costituzionali, si votano con maggioranza relativa, non assoluta. Poi vedremo se troveremo altri voti per rinforzare la maggioranza”

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