Il processo a Torino per vilipendio della magistratura continua. L'avvocata che difende l'ex ministro dell'Interno aveva chiesto un rinvio e ora protesta: "Ordinanza che priva dei diritti civili"
Era già successo il 10 dicembre scorso. Il Tribunale di Torino ha respinto la questione di legittimo impedimento sollevata dalla difesa di Matteo Salvini per l’udienza di oggi del processo in cui il leader della Lega è imputato di vilipendio alla magistratura. L’ex ministro dell’Interno aveva criticato duramente il giudice che il 2 febbraio 2016 aveva rinviato a giudizio alcuni consiglieri ed ex consiglieri regionali tra cui Edoardo Rixi (poi condannato in primo grado nel maggio del 2019). Pochi giorni dopo, il 14 febbraio, nel corso di un incontro a Collegno (Torino) l’allora europarlamentare Salvini aveva detto: “Se so che qualcuno nella Lega sbaglia sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori. Ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana”. Poi aveva sfumato l’insulto, utilizzando un concetto ripetuto anche negli ultimi giorni: “Ci sono tanti giudici che fanno benissimo il loro lavoro. Penso a chi è in prima linea contro mafia, camorra e ‘ndrangheta. Purtroppo è anche vero che ci sono giudici che lavorano molto di meno, che fanno politica, che indagano a senso unico e che rilasciano in 24 ore pericolosi delinquenti. Finché la magistratura italiana non farà pulizia e chiarezza al suo interno, l’Italia non sarà mai un paese normale”. Parole che il giorno dopo avevano spinto la Procura di Torino ad aprire un fascicolo per vilipendio all’organo giudiziario affidando gli accertamenti, alla Digos della questura di Milano. Successivamente il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, aveva firmato l’autorizzazione a procedere per lui e altri.
L’avvocato Claudia Eccher aveva motivato la questione con il fatto che Salvini, da lei definito “capo del centrodestra”, era impossibilitato a partecipare da impegni legati all’attuale situazione politica. Il giudice Roberto Ruscello ha deciso diversamente e ha disposto la prosecuzione dell’udienza, che è ripresa con la testimonianza di Alessandro Canelli, sindaco di Novara. La difesa, dopo aver ribadito che Salvini intendeva essere presente al processo e farsi interrogare, ha osservato che il segretario dela Lega è impegnato ai “tavoli” in cui vengono esaminati gli sviluppi della situazione politica, in particolare le comunicazioni del premier Conte. Motivazioni che il giudice Ruscello non ha considerato sufficienti. Il magistrato ha fatto presente che l’impedimento di un parlamentare è legato alla impossibilità di partecipare al dibattito in aula e di esercitare il diritto di voto, e ha osservato che il Presidente del Consiglio ha parlato alla Camera dei Deputati mentre Salvini è un componente del Senato. Per l’avvocata Eccher però si tratta di “un’ordinanza che priva una persona dei suoi diritti civili. Non riconoscere al senatore Salvini il legittimo impedimento in questo momento di crisi di governo è un fatto abbastanza grave”.