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Il taglio del 10% degli emolumenti dei vertici dell’Enpam non basta ai medici in protesta: “Ennesima presa in giro”

Piero Benfatti, delegato per l’ordine di Ascoli Piceno: "La nostra mozione prevedeva un taglio del 60% che avrebbe allineato lo stipendio del presidente a quello dei dirigenti pubblici e portato a un risparmio annuo di quasi 1,6 milioni di euro da destinare alle iniziative di welfare e non è neanche stata votata"

Non si ferma l’onda di protesta dei medici contro gli emolumenti dei vertici Enpam, la cassa pensionistica di categoria. “Stiamo organizzando dei gruppi provinciali che fungano da mediatori della causa con i presidenti dei rispettivi ordini professionali, in quanto membri dell’assemblea nazionale dell’ente”, racconta a ilfattoquotidiano.it Stefania Mostaccioli, dermatologa di Roma, una delle fondatrici del Movimento stop Enpam, pagina Facebook nata a novembre con più di 22.800 iscritti, che si batte per una riforma della cassa.

Tra gli obiettivi, anche la drastica riduzione del compenso d’oro del suo numero uno, Alberto Oliveti, di quello dei vicepresidenti e dei consiglieri del direttivo. Il taglio del dieci per cento, deciso nel corso dell’ultima assemblea lo scorso 28 novembre, è suonato come una presa in giro per i camici bianchi che prendono all’anno quello che Oliveti prende in un mese.

“Non ci sentiamo rappresentati dai presidenti degli ordini, hanno ignorato la nostra protesta”, dichiara Mostaccioli. Non tutti per la verità. Quelli di Ascoli Piceno, Campobasso, Ferrara e Piacenza hanno provato a dare un colpo di spugna ai compensi dei vertici della cassa. Ma invano.

“Abbiamo presentato una mozione che proponeva una riduzione dei compensi degli organi collegiali di circa il 60 per cento, in modo che anche la retribuzione lorda del presidente dell’Enpam non superi il tetto massimo di 240mila euro l’anno previsto per i dirigenti pubblici, con un risparmio annuo di quasi 1,6 milioni di euro da destinare alle iniziative di welfare dell’Enpam e al contenimento degli aumenti delle aliquote contributive a fini pensionistici. Ma il nostro testo non è stato neanche messo al voto”, spiega Piero Benfatti, delegato Enpam per l’ordine dei medici di Ascoli Piceno.

A essere votata, invece, ottenendo la maggioranza dei sì (148 voti favorevoli, 15 contrari e 9 astenuti), è stata un’altra mozione, quella per il taglio del dieci per cento, appunto. “L’ennesima presa in giro insomma”, commenta Benfatti, convinto che in realtà siano in molti a non accettare le retribuzioni dei vertici, “ma senza sufficiente coraggio per ribaltare lo status quo”. Non solo. “Dobbiamo far crescere la consapevolezza tra i colleghi di questo Paese dei balocchi”, conclude.

Augusto Pagani, presidente dell’ordine dei medici di Piacenza, all’indomani dell’assemblea per l’approvazione al bilancio previsionale di Enpam si è espresso con queste parole: “Il mio parere, per il poco che vale, è che i compensi del presidente, del cda e del collegio dei revisori contabili erano e restano troppo elevati e che, in un periodo di così grave crisi economica ed etica, i rappresentanti della professione avrebbero potuto e dovuto mostrare maggiore sensibilità e attenzione agli interessi dei colleghi, soprattutto dei più giovani”.

I medici indignati del gruppo Facebook, nei giorni precedenti all’assemblea nazionale, hanno inviato decine di lettere ai presidenti degli ordini con la richiesta di intervenire. “Nessuno ci ha mai risposto – racconta la dottoressa Mostaccioli -. Nel frattempo abbiamo steso un manifesto in cui tra le altre cose chiediamo di parametrare gli ingiustificati emolumenti dei componenti del cda e degli organi statutari a quelli dell’Inps”.