Per la sparizione di Peter Neumair, 63 anni, e della moglie Laura Perselli, 68 anni, scomparsi nel nulla il 4 gennaio scorso e invano cercati per giorni, è indagato il figlio Benno, 30 anni, appassionato di fitness e insegnante di matematica in una scuola. Il sospetto è di duplice omicidio volontario e soppressione di cadavere. Il magistrato ha disposto il sequestro della bella casa in via Castel Roncolo 22, in attesa dell’arrivo dei carabinieri del Ris di Parma che effettueranno i rilievi alla ricerca di tracce sia nell’appartamento, che in giardino. Nel frattempo si sono intensificate le ricerche dei corpi in una zona compresa tra Laives e Vadena, a sud della città, vicino all’Adige. È proprio nel fiume che potrebbero essere stati gettati.
La svolta (di cui dà notizia “Il Corriere dell’Alto Adige”) si è avuta probabilmente grazie ad alcune immagini di una telecamera di un centro per lo smaltimento dei rifiuti che avrebbe ripreso l’auto guidata da Benno, in contrasto con quello che l’uomo aveva dichiarato ai carabinieri. Fin dall’inizio di questa vicenda i carabinieri, diretti dal tenente colonnello Alessandro Coassin, comandante del Nucleo operativo, avevano avuto sospetti sul comportamento di Benno. Egli aveva detto di aver visto il padre per l’ultima volta in casa alle 17 del 4 gennaio. La madre era tornata in bicicletta alle 18.30 dopo essere andata a trovare la nonna ritornata dall’ospedale. Poi era uscito e al rientro a casa alle 20 non li aveva visti. Pensava fossero andati a fare una passeggiata. Alle 21 era uscito anche lui ed era andato sull’altopiano del Renon che sovrasta Bolzano, dove aveva trascorso la notte con la propria ragazza. Ma il mattino del 5 gennaio era tornato a Bolzano molto presto. Aveva notato la stanza dei suoi genitori chiusa e quindi aveva pensato che stessero dormendo. Alle 8 era uscito nuovamente con il cane per salire ancora sul Renon. Solo nel pomeriggio si era presentato nella caserma dei carabinieri per denunciare la scomparsa assieme alla zia Carla. A dare l’allarme era stata la sorella di Benno, Madè, che da Monaco di Baviera, dove lavora come medico, non riusciva più a mettersi in contatto con i genitori via WhatsApp.
La versione aveva numerose falle, soprattutto perché l’uomo aveva descritto l’abbigliamento di Laura e Peter, ma non li aveva visti uscire. Le indagini hanno permesso di raccogliere voci su una vita familiare burrascosa. I rapporti di Benno con i propri genitori si erano deteriorati e quindi gli investigatori, che non hanno mai creduto all’allontanamento volontario della coppia, si sono concentrati sulla ricostruzione delle mosse del figlio. Lo hanno coinvolto apparentemente nelle indagini, lo hanno portato sul Renon per fargli ripercorrere i sentieri dove aveva passeggiato con il cane la mattina del 5 gennaio. Speravano si tradisse. Lui ha perfino raccontato di aver notato che in casa non c’erano più i pattini da ghiaccio del padre e della madre, adombrando un’uscita notturna dei genitori, magari finiti dentro qualche laghetto della zona.