Giornate di vaccinazioni nelle Rsa comunale di Milano. In quella di via Pindaro 44 gestita dall’Impresa sociale Anteo, tocca al personale. Oltre un centinaio gli ospiti, già tutti vaccinati anche grazie alla nuova normativa, che ha consentito al direttore sanitario Pietro Tramanzoli di assumersi la responsabilità della firma del consenso per quanti erano privi di un tutore e di fatto incapaci. Per il personale, invece, ci si è dovuti accontentare del 70% circa. Non un pessimo risultato, visto che si tratta dell’obiettivo minimo che l’Italia si è data a livello nazionale per le Residenze per anziani. Nonostante i colloqui informativi avviati dalla direzione con i singoli lavoratori, molti sono rimasti fermi sulle proprie opinioni contrarie al vaccino. “La velocità con la quale i vaccini sono stati prodotti e il timore per effetti avversi a lungo termine sono stati gli argomenti principali”, spiega la direttrice Grazia Ricatti. “Ma i più reticenti sono proprio coloro che hanno contratto il Covid in passato, convinti che questo basti a metterli fuori pericolo e certi che la vaccinazione a loro non serva”. Un esempio concreto della dibattuta questione sull’idoneità al lavoro in ambienti pubblici e con utenti fragili del personale che rifiuta il vaccino. Ma alla Rsa Pindaro, spiegano direttrice e direttore sanitario, “non possiamo obbligare nessuno perché senza una legge apposta a nessuno può essere imposto un trattamento sanitario”. Quindi niente assegnazione di altre mansioni o sospensioni non retribuite, come ipotizzato in queste settimane da qualcuno. “Ma sì a una legge che renda obbligatorio il vaccino per chi lavora nel pubblico”, si augura la direttrice Ricatti, convinta peraltro che molti di coloro che in un primo momento si sono tirati indietro, presto seguiranno amici e colleghi.
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