Alcune leggi internazionali possano sembrare un po’ ridicole, ma sono giustificate da qualche anima bella che ha davvero combinato qualcosa di così apparentemente ridicolo. Bombardare non è illegale per le leggi internazionali, ma far piovere sì. In questo caso, le anime belle furono gli americani, che inseminarono le nuvole del Vietnam per impedire ai vietnamiti del Nord di infiltrarsi a sud.
L’idea era davvero fantastica. Invece di bombardare il sentiero di Ho Chi Minh, le intense piogge artificiali lo avrebbero reso inutilizzabile. Con l’operazione Popeye, l’Aeronautica degli Stati Uniti inseminò a lungo le nuvole sul Sentiero di Ho Chi Minh nel tentativo di prolungare la stagione vietnamita dei monsoni, mantenere il percorso fangoso e impraticabile, impedire così al Nord di spostare uomini e materiale nel Vietnam del Sud.
Dal 1967 al 1972, gli aerei C-130 e F-4C armati di ioduri di piombo e argento decollavano dalla Tailandia alla caccia di nuvole da inseminare sopra il sentiero. Le sostanze chimiche avevano la funzione di condensare l’acqua di quelle nuvole, provocandone la precipitazione sotto forma di pioggia. In tal modo, si volevano bloccare le strade sterrate percorse dai camion e dai soldati nemici, causare frane, distruggere ponti e guadi, mantenere il sentiero impraticabile. Si narra che la 54ma Squadriglia di Ricognizione Meteorologica abbia compiuto più di 2.600 servizi a questo scopo: missioni in caccia di nuvole.
Popeye continuò a lungo in segreto. Perfino il ministro della Difesa, Melvin Laird, pare fosse all’oscuro dell’operazione. La gente venne a conoscenza del programma solo nel 1971, con la pubblicazione dei Pentagon Papers da parte del New York Times e di altri giornali. Negli anni 70 la discussione si accese e molte voci si schierarono contro l’uso di tecnologie per il controllo meteo-climatico a fini bellici. Nel 1977 le Nazioni Unite bandirono definitivamente l’uso bellico delle modificazioni ambientali. E gli Stati Uniti furono i primi firmatari.
La Convenzione ENMOD (Convenzione sul divieto dell’uso di tecniche di modifica dell’ambiente a fini militari o a ogni altro scopo ostile) vieta qualsiasi manipolazione del tempo meteorologico in grado di produrre “effetti diffusi, duraturi o gravi, così come mezzo di distruzione, danno o lesione”. In pratica, ENMOD vieta il controllo meteorologico a scopo bellico con qualsiasi tecnologia.
L’inseminazione durante la guerra del Vietnam non era stata la prima iniziativa in questo campo. E probabilmente neppure l’ultima, nonostante il bando internazionale. Basta leggere le cronache belliche di molte guerre, anche recenti, per constatare che le anomalie meteorologiche sono un po’ meno infrequenti di quanto ci si potrebbe attendere.
Nel 1955 John von Neumann scriveva che “l’intervento in questioni atmosferiche e climatiche si svolgerà su una scala difficile da immaginare. Ciò mescolerà gli interessi di ogni nazione con quelli di ogni altra, più a fondo della minaccia di una guerra nucleare o di qualsiasi altra guerra”. Non si tratta della predica domenicale di un pastore un po’ alticcio: Von Neumann fu tra i protagonisti del Progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica; e divenne poi consigliere della CIA (Central Intelligence Agency).
Oggi, molti interpretano in questa frase la leggendaria visione pioneristica del riscaldamento globale e del cambiamento climatico, ormai in piena attività. Invero, von Neumann già nel 1945 aveva riunito altri colleghi a Princeton: tutti assieme concordarono che modificare deliberatamente il tempo meteorologico sarebbe stato possibile. Nella prossima guerra – pensavano – il controllo meteo avrebbe potuto fare la differenza; per esempio, creando artificialmente una siccità tale da distruggere il raccolto sovietico. Alcuni scienziati erano sicuri che, assieme alla gara con l’Unione Sovietica per costruire armi nucleari sempre più letali, ci sarebbe stata una gara altrettanto esiziale per il controllo meteo.
Gli studiosi seri, categoria alla quale immeritatamente mi iscrivo, hanno sempre abborrito questo tema. Scientificamente blasfemo: perfino accennarne è considerato un peccato non veniale. A fronte di centinaia di ricerche pubblicate ogni mese da una moltitudine di riviste scientifiche dove tutti scriviamo spesso senza leggere, da 50 anni non si segnalano lavori su questo argomento.
Se i lettori giudicheranno il tema interessante – anche in vista dell’iniziativa cinese, pubblicizzata di recente dai media, sul progetto Tibet e non solo – ne potrò discutere su questo blog. Confesso che ho peccato, in incognito. Ho approfondito alcune luci e molte ombre di questa strana vicenda scientifica, ultra-centenaria.