Il senatore Tommaso Cerno non solo voterà a favore del governo Conte, ma ha deciso di rientrare nel Partito democratico. “Lo faccio da indipendente e senza tessera”, spiega a ilfattoquotidiano.it. E si rivolge a chi in queste ore ancora non si è esposto: “Il mio è un appello a chi si riconosce nell’area riformista, liberale e di sinistra. Il discorso di Conte ha messo dei paletti di metodo e il Pd ha dimostrato di non essere più il partito in preda alle guerre tra correnti, ma un partito dalle porte aperte. Finora la figura di Renzi era l’unico tema di discussione, con lui fuori si riapre il dibattito sul futuro. Adesso il Pd deve diventare il pianeta democratico. E’ l’occasione per tutti coloro che vogliono aggiungere qualcosa al progetto”.
A Palazzo Madama sono ore decisive per capire su quanti voti potrà contare Giuseppe Conte al momento della fiducia. E gli occhi sono puntati sui senatori di Italia viva, eletti nel Pd, e che potrebbero decidere, non solo di astenersi ma di aderire alla coalizione che sostiene il premier: “Il mio ritorno”, ha concluso Cerno, “è un segnale che nel Partito democratico si è riaperta una discussione. E’ il momento di dire di che famiglia si fa parte, perché quella famiglia ora ti chiede aiuto. Spero che altri mi seguiranno”. Proprio dall’area Italia viva, secondo le ultime indiscrezioni, almeno 4 o 5 senatori renziani starebbero valutando il sostegno all’esecutivo. Anche perché il rischio, osservano dal fronte dem, è quello di dover stare all’opposizione “insieme a centrodestra e sovranisti di Lega e Fdi” e per molti sarebbe una strada complessa da accettare.
Cerno, ex condirettore di Repubblica e direttore de l’Espresso, è stato eletto nella fila del Pd e ad agosto 2019 è stato tra i primi sostenitori del governo Pd-M5s con Conte leader. Un sostegno che aveva anticipato schierandosi contro la mozione sul Tav, proprio a fianco dei 5 stelle. Al momento però della formazione dell’esecutivo, il senatore aveva detto di essere deluso vedendo “vecchie dinamiche del passato”. “Il governo che avrebbe dovuto essere rock, si è rivelato un polka”, disse. Per questo a febbraio 2020 decise di uscire dal Pd, ma di aderire al gruppo Misto e non a Italia viva. Ieri, dopo l’appello di Conte al Parlamento per quei “volenterosi che vogliono dare il loro sostegno al governo”, ha scelto di tornare sui suoi passi. “Perché il Pd ora è qualcosa di diverso”, ha concluso con ilfattoquotidiano.it. “In queste ore ho parlato con i vertici Pd e finalmente c’è stato un chiarimento. Si apre una nuova fase“.