Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico vede una luce in fondo al tunnel, a patto che la campagna di vaccinazione vada avanti senza intoppi. "Verso la fine della primavera, l’inizio dell’estate, possiamo tentare di cominciare a respirare", dice a Radio2. "Anche se mantenendo la rigorosa osservazione di certi criteri di protezione"
Una luce in fondo al tunnel. Per il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, “se la campagna vaccinale funziona come auspichiamo, inizieremo a vederne i risultati verso la fine della primavera“. È una data da segnare sul calendario, perché potrebbe consentire di tornare alla (quasi) normalità dopo oltre un anno di restrizioni causate dal coronavirus. Anche se 4-5 mesi non sono sufficienti per vaccinare tutti gli italiani, secondo Miozzo si riuscirà comunque a ridurre gli ingressi in ospedale e ad abbattere “il numero delle vittime, che continua ad essere drammatico”. Le prossime fasi della campagna di somministrazione puntano infatti a proteggere gli over 80, gli adulti con più di 60 anni, “quelli che lavorano nel mondo della scuola, dei servizi e della sicurezza. Se mettiamo in sicurezza tutte queste persone”, ragiona l’esperto a Radio2, “verso la fine della primavera, l’inizio dell’estate, possiamo tentare di cominciare a respirare, anche se mantenendo la rigorosa osservazione di certi criteri di protezione“.
Di sicuro non verrà meno l’obbligo di indossare la mascherina – “ancora per un po’ dobbiamo tenerla addosso”, dice Miozzo – ma “sono convinto che potremo arrivare ad una estate quasi normale se tutte queste variabili saranno variabili controllabili”. Le premesse sembrano esserci tutte: “Dal punto di vista dell’organizzazione” del piano vaccini, “sono smentite tutte le voci che si erano alzate troppo presto, su incapacità e inefficienza. Anzi, le Regioni hanno dato vita a una competizione virtuosa“. Anche il coordinatore del Cts, però, si dice “preoccupato” per i ritardi nelle consegne da parte di Pfizer. “Ci auguriamo che siano ritardi legati alla riorganizzazione della produzione in Europa, dobbiamo solo sperare che non facciano scherzi e mantengano gli impegni che si sono presi, c’è tanta gente che adesso aspetta, i piani che il Paese ha fatto sono piani che devono essere rispettati”. Il punto, conclude, è che “abbiamo davanti la più importante campagna di sanità pubblica della storia del nostro Paese, servono centinaia di milioni di dosi, considerando che dobbiamo fare due dosi per ogni vaccinato. Più sono i vaccini a disposizione, più saremo tranquilli“.