La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio di Giulio Regeni, il cui corpo venne ritrovato privo di vita e con evidenti segni di tortura sul corpo lungo la strada che collega Il Cairo ad Alessandria il 3 febbraio del 2016, nove giorni dopo il suo sequestro avvenuto il 25 gennaio. Per i quattro membri della National Security le accuse variano dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. L’udienza preliminare potrebbe essere fissata entro la fine della primavera.

In una nota la Procura capitolina afferma che “nella mattinata odierna, nel procedimento per il sequestro la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni, non essendo intervenuto alcun fatto nuovo dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio negli uffici del Giudice dell’udienza preliminare nei confronti dei quattro cittadini egiziani appartenenti agli apparati di sicurezza”.

Davanti al gup si aprirà la questione dell’assenza dell’elezione di domicilio per gli imputati. In base al sistema giudiziario italiano non è possibile proseguire il procedimento e rinviare a giudizio se non c’è la certezza dell’avvenuta notifica ai quattro al Cairo. Il giudice per l’udienza preliminare dovrà affrontare questo tema, oggetto di rogatoria della Procura di Roma nell’aprile del 2019 e più volte sollecitato nel corso degli incontri con le autorità egiziane. Il gup però potrebbe procedere ugualmente valutando come decisiva la rilevanza mediatica avuta anche in Egitto dell’indagine e la diffusione dei nomi degli imputati.

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