Il ministro in audizione sul nuovo scostamento di bilancio: "Varate misure pari a circa il 6,6% del Pil, più 300 miliardi di crediti oggetto di moratoria e 150 miliardi di prestiti garantiti: paragonabile solo a quanto fatto in Germania". Ma in qualche caso i parametri usati hanno causato "ingiustizie" nei ristori. Ora l'ipotesi è di dare indennizzi per coprire i costi fissi. Patuanelli ha ricordato che ci sono da utilizzare 5,3 miliardi "per stralciare alcune delle scadenze fiscali: una parte dovrà essere erogata come contributo diretto e una parte andrà in detrazioni"
Scricchiola la previsione di ripresa economica per il 2021 che il governo, per ora, colloca a +6%. “Sussistono rischi al ribasso per la previsione programmatica 2021 “, ha ammesso il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri intervenendo alla Camera che sta per votare sulla nuova richiesta di scostamento di bilancio da 32 miliardi. “Tuttavia, se la campagna di vaccinazione proseguirà secondo le previsioni e se da un lato gli interventi di politica economica definiti dalla legge di bilancio e integrati dalle misure di sostegno del prossimo decreto, e accompagnati dagli investimenti previsti nel Recovery plan, se tutto questo sarà tempestivamente attuato, il risultato di crescita di quest’anno potrà non risultare molto inferiore a quanto previsto nella Nadef”, ha proseguito il ministro. Nel 2020 invece il calo è stato “attorno al 9%” e “inferiore a quello registrato Francia, Spagna e Regno Unito”, ha precisato il ministro per smentire quanto affermato da Matteo Renzi secondo cui la caduta economica italiana è stata la peggiore in Ue.
“Interventi paragonabili solo a quelli della Germania” – Gualtieri ha poi fatto il punto sulle cifre degli aiuti erogati sinora all’economia. Lo scorso anno “sono state varate misure pari a circa il 6,6% del Pil, 108 miliardi, a cui si aggiungono 300 miliardi di crediti oggetto di moratoria e 150 miliardi di prestiti garantiti. Si tratta di uno degli interventi più rilevanti d’Europa paragonabile solo a quello messo in campo dalla Germania“, ha affermato il ministro specificando poi che – “Il settore delle imprese, considerando anche gli interventi fiscali, ha beneficiato di interventi per oltre 48 miliardi, al lavoro e al sociale sono stati destinati circa 35 miliardi, agli enti territoriali sono stati destinati oltre 12 miliardi, la sanità ha ricevuto maggiori risorse per oltre 8 miliardi, i servizi pubblici e sociali sono stati potenziati con ulteriori 4,5 miliardi”. Con gli ultimi 4 decreti Ristori, ha ricordato Gualtieri, sono stati disposti “interventi che nel complesso ammontano a circa 18 miliardi nel 2020 e circa 9 miliardi nel 2021”.
Grazie al nuovo scostamento “proseguiremo e completeremo gli interventi di sostegno già approvati e riconosciuti finora ai settori più colpiti dalla pandemia, che riteniamo debbano proseguire per tutto il tempo necessario”, ha detto Gualtieri. Nel prossimo decreto Ristori entreranno la proroga della Cig “per le imprese in difficoltà”, risorse per trasporti e sanità e la “rimodulazione dell’attività della riscossione” delle cartelle. “Nelle intenzioni del governo, questo è l’ultimo scostamento di bilancio che chiediamo al Parlamento di autorizzare per contrastare la pandemia”, ha detto il ministro. “Non c’è dubbio che occorra prolungare” la Cig Covid ma “occorre anche introdurre una selettività rispetto alle necessità in alcuni settori più colpiti” valutando anche se prolungare “ulteriormente il blocco dei licenziamenti e tornare alla normalità su settori meno impattati”.
“In qualche caso ingiustizia sui ristori, ora intervento perequativo”. L’ipotesi dei costi fissi – Per quanto riguarda i contributi a fondo perduto – l’Agenzia delle Entrate ha erogato in totale oltre 10 miliardi – il confronto “aprile su aprile”, cioè aver basato il risarcimento sulla differenza tra fatturato di aprile 2020 e aprile 2020, “ci ha consentito di essere rapidi, probabilmente i più rapidi in assoluto” con i ristori ma “in qualche caso può avere prodotto una ingiustizia“. Per questo serve “un intervento perequativo” con una “valutazione ex post che possa prendere un intero anno” per vedere “numeri alla mano” come “ripianare gli eventuali limiti e situazioni di penalizzazioni”. In più andranno presi in considerazioni i costi fissi: l’ipotesi è di parametrate i contributi sui costi non coperti da altri indennizzi, come stanno facendo Francia e Germania. La valutazione “è in corso, è tecnica e molto complessa” e guarda anche “alle migliori pratiche europee, nella piena disponibilità di un confronto anche preventivo con il Parlamento e le forze politiche”. Quanto ai codici Ateco “occorre contemperare che esistono settori specificamente oggetto di divieti di azione” con “l’esigenza di guardare complessivamente a soglie di fatturato” perso. “Non abbiamo ancora identificato la soglia di fatturato, invito ad osservare quelle utilizzate in altri Paesi che sono spesso alte, superiori, in Francia si va dal 50 al 75%”.
Con il prossimo decreto Ristori, ha aggiunto, ci sarà “anche un intervento sulla Naspi, parte del pacchetto lavoro” e il finanziamento “di un miliardo e mezzo” per la decontribuzione degli autonomi, “è un impegno che il governo ha preso”.
Patuanelli: “Con i 5,3 miliardi già disponibili stralciare scadenze fiscali” – Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, in question time sugli aiuti a sostegno del commercio, ha ricordato che ci sono ancora da utilizzare i 5,3 miliardi del fondo creato con il decreto Ristori 4 per concedere ad alcuni dei soggetti destinatari di sospensioni fiscali e contributive “l’esonero totale o parziale dalla ripresa dei versamenti”. Queste risorse “possono e dovranno essere utilizzate per stralciare alcune delle scadenze fiscali di oggi”, ha detto, “quindi una parte dovrà essere erogata come contributo diretto e una parte sarà in detrazioni d’imposte che non saranno pagate dalle aziende”.
“L’efficacia giustifica interventi così significativi” – Gli interventi di sostegno però, ricorda Gualtieri, devono essere “temporanei e limitati, non devono appesantire in modo permanente la finanza pubblica non sarebbe sostenibile. Secondo, occorre un utilizzo selettivo ed efficiente” delle risorse “visto l’ammontare cui siamo arrivati: questo è il tipo di lavoro che occorre fare di qui al varo del decreto. Occorre oculatezza per massimizzare l’efficacia delle risorse”. Tuttavia va detto il deficit, “che noi stimiamo tra il 10,5 e il 10,8% nel 2020, sarà di circa 2,5 punti percentuali di Pil inferiore alla somma del deficit ciclico e degli interventi effettuati, una prova che gli interventi anticiclici hanno una loro efficacia, che giustifica interventi così significativi”, ha concluso Gualtieri.