Anche il cashback finisce ostaggio della crisi innescata da Matteo Renzi. La nuova provocazione di Italia viva – propiziata da un post Facebook dell’ex sottosegretario al Tesoro Enrico Zanetti e raccolta da Forza Italia – è la richiesta di spostare sui ristori i 4,7 miliardi stanziati in manovra per garantire nel 2021 e 2022 la restituzione del 10% di quanto pagato con carta o bancomat. I renziani potrebbero presentare un emendamento ad hoc in commissione Bilancio al Senato, dove ora maggioranza e opposizione hanno gli stessi voti. Una nuova mina per il governo, visto che la misura partita l’8 dicembre è uno dei cavalli di battaglia di Giuseppe Conte, pilastro del piano cashless per incentivare i pagamenti con mezzi elettronici in chiave anti evasione fiscale. Ma la mossa ha anche tutte le caratteristiche per trasformarsi in un boomerang, visto che al programma si sono iscritte 5,8 milioni di persone che stanno già gareggiando per rientrare tra i 100mila che otterranno il supercashback da 1.500 euro a semestre e a cui non si può certo comunicare in corsa che non riceveranno quanto promesso.
Giovedì mattina a Radio Anch’io la viceministra dell’Economia Laura Castelli (M5s), rispondendo a una domanda su quale sarebbe la reazione se i renziani presentassero l’emendamento, ha spiegato: “Le necessità economiche evolvono di mese in mese. Francamente non escludo mai niente. Il Covid ci ha insegnato questo. Certo è che il Cashback sta funzionando ma come tutte le cose va vista in un quadro generale”. Poi però ha aggiunto: “Non credo che si possa continuare ad attribuire a forze politiche che hanno scelto strade diverse di quando sono entrate in Parlamento di continuare con la logica dei ricatti“. E in serata il suo staff ha fatto sapere che le sue parole non vanno interpretate come un’apertura allo spostamento di quelle risorse per altri scopi.
Tutto è partito mercoledì da un post di Zanetti: “#AvantiConConte ok, ma quando poi in commissione bilancio vai sotto e passano emendamenti che, ad esempio, azzerano i 4,7 miliardi di cashback stanziati sul 2021 e 2022 per chi già paga con carta di credito e li usano per finanziare 4,7 miliardi in più di ristori a chi non sta incassando un euro, forse ti rendi conto che non stai governando un bel niente. E per fortuna…”, aveva scritto l’ex deputato. E secondo il Corriere l’ipotesi potrebbe materializzarsi a breve, quando arriverà in Senato il nuovo decreto Ristori, il quinto, che il Tesoro sta scrivendo dopo il via libera con voti bipartisan al nuovo scostamento di bilancio da 32 miliardi.
Di sicuro il tema c’è, anche perché lo scostamento appena approvato nelle intenzioni del governo sarà l’ultimo, con quelle risorse vanno anche rifinanziate la cig, la sanità e gli enti locali e gli indennizzi alle attività danneggiate dalle restrizioni anti contagio non sono mai abbastanza. E il decreto sul cashback dello scorso 24 novembre di risorse ne mette in campo in abbondanza: 200 milioni per quello “natalizio” di dicembre 2020, 1,7 miliardi per il 2021 e 3 miliardi per il 2022. Ma l’operazione cashback è stata interamente gestita da Palazzo Chigi, Conte l’ha presentata come un modo per sostenere i negozi di vicinato (gli acquisti online sono esclusi) e sembra fuori discussione immaginare una marcia indietro.