Nel centenario della fondazione del Partito Comunista d’Italia, che nacque a Livorno il 21 gennaio del 1921, nell’ex teatro San Marco, la città ricordare l’evento con una serie di iniziative. Le diverse anime degli eredi odierni del Pci hanno partecipato alle celebrazioni con una visita al San Marco, luogo in cui si riunirono i fuoriusciti massimalisti dal XVII congresso del Partito Socialista, che in quei giorni si stava tenendo in un altro teatro della città, il Teatro Goldoni. Presente anche il Partito democratico, con una delegazione capitanata dal parlamentare Andrea Romano, che è stata contestata dai presenti al grido: “Via da qui chi ha sciolto il Pci”. Anche a Milano, il Pd metropolitano ha organizzato il programma ‘Cento anni dopo. L’eredità politica del PCI’: nove appuntamenti virtuali, insieme ad alcuni protagonisti di quella stagione politica. Il Pci “tentò, mai rinnegando ideologicamente l’orizzonte del comunismo, una variante europea, democratica, rispettosa della libertà e rinnovata nel suo profilo ideale e programmatico” e fu “un grande partito nazionale, fondatore della Repubblica e tra i principali protagonisti della lotta al nazifascismo“, scrive il segretario del Pd Nicola Zingaretti in un intervento pubblicato su Immagina.
A Livorno la giornata si è aperta alle 11 al Goldoni, dove è stato presentato il francobollo celebrativo del centenario del Congresso di Livorno nel corso di un incontro al quale ha partecipato il presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco di Livorno Luca Salvetti con giunta e consiglieri. “È un orgoglio da parte mia – ha detto il primo cittadino – poter vivere l’intero 2021 in un centenario della nascita di un partito che al di là della politica ha inciso profondamente sul paese da un punto di vista culturale e sociale, tant’è che abbiamo pensato di ricordarlo anche raffrontandoli a tanti aspetti della vita”. All’esterno dello stesso teatro è stata allestita una mostra-installazione dedicata alla scissione. Nel frattempo invece, la federazione del Pci, ha dato vita, davanti al San Marco a un presidio permanente con la partecipazione di Patrizio Andreoli, della segreteria nazionale, del segretario toscano Marco Barzanti e di quello livornese Luigi Moggia, mentre una delegazione del ricostituito Pci è andata al cimitero dei Lupi per portare un saluto ai “compagni storici”.
Sempre oggi in programma la visita di Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista, al San Marco e poi alla tomba di Ilio Barontini al cimitero dei Lupi. Alla Biblioteca labronica, ai Bottini dell’Olio, alle 18.30 l’inaugurazione di una rassegna documentaria di cimeli legati al centenario: in primis la bandiera del Partito Comunista d’Italia che fu cucita dalle donne della prima federazione livornese del partito, poi vecchie tessere di partito a partire da quelle degli anni ’40, medaglie, fotografie, giornali d’epoca, libri, manifesti. Altre iniziative e incontri sono in calendario anche sabato 23. Inoltre a febbraio è previsto un ciclo di incontri “Il Pci, una storia da raccontare” a cura dell’Associazione culturale “21“, in collaborazione con Associazione culturale “Caffè della Scienza Nicola Badaloni” e Istoreco, che si concluderà con un convegno internazionale sulla figura di Antonio Gramsci.
“Siamo a cent’anni dalla fondazione del Pci. Nel 1921 iniziò una lunga storia che attraversò il ‘900, con i suoi picchi e le sue tremende atrocità e tragedie”, scrive Zingaretti nel suo intervento per Immagina. “Il Pci formò un insediamento nel cuore della società italiana sempre più identificato nella costruzione della Repubblica, nelle concrete lotte dei lavoratori, nella stagione dei diritti degli anni ’70, nel buon governo degli enti locali, nella più coerente lotta al terrorismo, nel coinvolgimento di tanti giovani alla partecipazione politica e al dibattito ideale. Arrivai per questa via, anch’io alla federazione comunista italiana”, scrive Zingaretti.
Il segretario dem, nel lungo intervento, tra l’altro sottolinea: “Non avevamo in testa le vicende sovietiche, piuttosto c’eravamo formati nel Movimento per la Pace e raccoglievamo le firme contro i carri armati sovietici in Afghanistan. Né tanto meno libri di Marx, di Lenin o persino di Togliatti. Non avevamo in testa particolari ideologie o miti da consacrare. Piuttosto sentivamo quella comunità di giovani comunisti, dentro al Pci, come il canale migliore per esprimere le nostre inquietudini, gli aneliti dell’anima, le disordinate spinte adolescenziali, già chiare nelle loro fondamentali discriminanti”. “Per non accettare il mondo così com’è. Rinunciando a quell’utopia di fuoriuscire dalla nostra società, dovevamo, però, migliorarla con più decisione. Riformare il capitalismo, renderlo più umano, controbilanciare con la politica i suoi istinti animali”, si legge ancora. “Abbiamo fatto tanto. Ma non siamo stati all’altezza di tutti i compiti che ci attendevano. È il tema dell’oggi. Di come riprendere in mano questo lavoro con un pensiero moderno, riformatore, profondamente umano che cambia l’esistente”, è la conclusione di Zingaretti.
“Volevamo organizzare qualcosa di importante con un grande corteo con migliaia di comunisti a Livorno, ma purtroppo con questa emergenza sanitaria ci dobbiamo accontentare di iniziative a scartamento ridotto“, ha detto oggi a Livorno il segretario generale del Partito Comunista, Marco Rizzo, intervenuto al Teatro San Marco per celebrare il centenario della nascita del Partito Comunista di Italia. “Però, proprio in occasione di un evento come quello del centenario – ha aggiunto – dobbiamo tornare a parlare di politica vera e devono tornare le grandi idee. La politica deve tornare a essere sopra l’economia e la finanza e non tragicamente il contrario. La politica deve tornare a essere protagonista e per questo servono le grandi idee“. Prima della tappa a Livorno, Rizzo è stato a Roma a rendere omaggio alla tomba di Antonio Gramsci.
Politica
Cent’anni di Pci, le iniziative a Livorno. Zingaretti: “Sì identificò nella Repubblica, nelle lotte per lavoratori, diritti e giovani”
La città ricorda la nascita del partito il 21 gennaio del 1921 nell’ex teatro San Marco: dalla mostra-installazione alla rassegna documentaria dei cimeli. Presente una delegazione del Pd, contestata dai presenti al grido: "Via da qui chi ha sciolto il Pci". Il segretario Marco Rizzo: "Dobbiamo tornare a parlare di politica vera e devono tornare le grandi idee". Il leader del Pd in un intervento su Immagina: "Un grande partito nazionale, fondatore della Repubblica e tra i principali protagonisti della lotta al nazifascismo"
Nel centenario della fondazione del Partito Comunista d’Italia, che nacque a Livorno il 21 gennaio del 1921, nell’ex teatro San Marco, la città ricordare l’evento con una serie di iniziative. Le diverse anime degli eredi odierni del Pci hanno partecipato alle celebrazioni con una visita al San Marco, luogo in cui si riunirono i fuoriusciti massimalisti dal XVII congresso del Partito Socialista, che in quei giorni si stava tenendo in un altro teatro della città, il Teatro Goldoni. Presente anche il Partito democratico, con una delegazione capitanata dal parlamentare Andrea Romano, che è stata contestata dai presenti al grido: “Via da qui chi ha sciolto il Pci”. Anche a Milano, il Pd metropolitano ha organizzato il programma ‘Cento anni dopo. L’eredità politica del PCI’: nove appuntamenti virtuali, insieme ad alcuni protagonisti di quella stagione politica. Il Pci “tentò, mai rinnegando ideologicamente l’orizzonte del comunismo, una variante europea, democratica, rispettosa della libertà e rinnovata nel suo profilo ideale e programmatico” e fu “un grande partito nazionale, fondatore della Repubblica e tra i principali protagonisti della lotta al nazifascismo“, scrive il segretario del Pd Nicola Zingaretti in un intervento pubblicato su Immagina.
A Livorno la giornata si è aperta alle 11 al Goldoni, dove è stato presentato il francobollo celebrativo del centenario del Congresso di Livorno nel corso di un incontro al quale ha partecipato il presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco di Livorno Luca Salvetti con giunta e consiglieri. “È un orgoglio da parte mia – ha detto il primo cittadino – poter vivere l’intero 2021 in un centenario della nascita di un partito che al di là della politica ha inciso profondamente sul paese da un punto di vista culturale e sociale, tant’è che abbiamo pensato di ricordarlo anche raffrontandoli a tanti aspetti della vita”. All’esterno dello stesso teatro è stata allestita una mostra-installazione dedicata alla scissione. Nel frattempo invece, la federazione del Pci, ha dato vita, davanti al San Marco a un presidio permanente con la partecipazione di Patrizio Andreoli, della segreteria nazionale, del segretario toscano Marco Barzanti e di quello livornese Luigi Moggia, mentre una delegazione del ricostituito Pci è andata al cimitero dei Lupi per portare un saluto ai “compagni storici”.
Sempre oggi in programma la visita di Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista, al San Marco e poi alla tomba di Ilio Barontini al cimitero dei Lupi. Alla Biblioteca labronica, ai Bottini dell’Olio, alle 18.30 l’inaugurazione di una rassegna documentaria di cimeli legati al centenario: in primis la bandiera del Partito Comunista d’Italia che fu cucita dalle donne della prima federazione livornese del partito, poi vecchie tessere di partito a partire da quelle degli anni ’40, medaglie, fotografie, giornali d’epoca, libri, manifesti. Altre iniziative e incontri sono in calendario anche sabato 23. Inoltre a febbraio è previsto un ciclo di incontri “Il Pci, una storia da raccontare” a cura dell’Associazione culturale “21“, in collaborazione con Associazione culturale “Caffè della Scienza Nicola Badaloni” e Istoreco, che si concluderà con un convegno internazionale sulla figura di Antonio Gramsci.
“Siamo a cent’anni dalla fondazione del Pci. Nel 1921 iniziò una lunga storia che attraversò il ‘900, con i suoi picchi e le sue tremende atrocità e tragedie”, scrive Zingaretti nel suo intervento per Immagina. “Il Pci formò un insediamento nel cuore della società italiana sempre più identificato nella costruzione della Repubblica, nelle concrete lotte dei lavoratori, nella stagione dei diritti degli anni ’70, nel buon governo degli enti locali, nella più coerente lotta al terrorismo, nel coinvolgimento di tanti giovani alla partecipazione politica e al dibattito ideale. Arrivai per questa via, anch’io alla federazione comunista italiana”, scrive Zingaretti.
Il segretario dem, nel lungo intervento, tra l’altro sottolinea: “Non avevamo in testa le vicende sovietiche, piuttosto c’eravamo formati nel Movimento per la Pace e raccoglievamo le firme contro i carri armati sovietici in Afghanistan. Né tanto meno libri di Marx, di Lenin o persino di Togliatti. Non avevamo in testa particolari ideologie o miti da consacrare. Piuttosto sentivamo quella comunità di giovani comunisti, dentro al Pci, come il canale migliore per esprimere le nostre inquietudini, gli aneliti dell’anima, le disordinate spinte adolescenziali, già chiare nelle loro fondamentali discriminanti”. “Per non accettare il mondo così com’è. Rinunciando a quell’utopia di fuoriuscire dalla nostra società, dovevamo, però, migliorarla con più decisione. Riformare il capitalismo, renderlo più umano, controbilanciare con la politica i suoi istinti animali”, si legge ancora. “Abbiamo fatto tanto. Ma non siamo stati all’altezza di tutti i compiti che ci attendevano. È il tema dell’oggi. Di come riprendere in mano questo lavoro con un pensiero moderno, riformatore, profondamente umano che cambia l’esistente”, è la conclusione di Zingaretti.
“Volevamo organizzare qualcosa di importante con un grande corteo con migliaia di comunisti a Livorno, ma purtroppo con questa emergenza sanitaria ci dobbiamo accontentare di iniziative a scartamento ridotto“, ha detto oggi a Livorno il segretario generale del Partito Comunista, Marco Rizzo, intervenuto al Teatro San Marco per celebrare il centenario della nascita del Partito Comunista di Italia. “Però, proprio in occasione di un evento come quello del centenario – ha aggiunto – dobbiamo tornare a parlare di politica vera e devono tornare le grandi idee. La politica deve tornare a essere sopra l’economia e la finanza e non tragicamente il contrario. La politica deve tornare a essere protagonista e per questo servono le grandi idee“. Prima della tappa a Livorno, Rizzo è stato a Roma a rendere omaggio alla tomba di Antonio Gramsci.
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Amsterdam, 3 feb. –(Adnkronos) - E' nell'ottica di una semplificazione "in linea con i cambiamenti comunicati" a dicembre al momento dell'uscita di Carlos Tavares, la riorganizzazione annunciata questa mattina da Stellantis. Un 'aggiornamento' che rafforza il ruolo delle singole regioni, accorpa ingegneria e software, rilancia su qualità e marketing e vede l'uscita di scena di alcuni top manager. Decisioni - si spiega in una nota - che "consentono il giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione" e "rafforzano ulteriormente l’impegno di Stellantis nell’ascoltare i propri clienti" ponendo "le basi per una rinnovata crescita".
A livello di management, Linda Jackson lascia il gruppo e al vertice del brand Peugeot è sostituita da Alain Favey. Abbandona anche Yves Bonnefont, Chief Software Office, visto che "le attività software sono ora integrate in un’organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati in cui l’azienda è presente". Nuovo responsabile anche per Jeep, con la nomina di Bob Broderdorf, dal momento che Antonio Filosa - che mantiene il suo attuale ruolo di COO delle Regioni d’America - assume la leadership globale dell’ente Quality, definito "fulcro della promessa dell’azienda ai clienti".
Nuovo capo anche per DS, dal momento che Olivier François - che mantiene la responsabilità di Fiat e Abarth - guiderà un nuovo Marketing Office, per seguire meglio le attività di promozione dei singoli brand e "supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni". Gli enti Corporate Affairs e Communications sono stati uniti sotto la guida di Clara Ingen-Housz e Anne Abboud è stata nominata alla guida dell’unità veicoli commerciali di Stellantis Pro One.
Come sottolinea il Chairman di Stellantis John Elkann "gli annunci di oggi semplificheranno ulteriormente la nostra organizzazione e aumenteranno la nostra agilità e il rigore dell’esecuzione a livello locale. Non vediamo l’ora di guidare la crescita fornendo ai nostri clienti una scelta ancora più ampia di straordinari veicoli a combustione, ibridi ed elettrici”. Confermata la linea sul processo di nomina del nuovo Chief Executive Officer che "è in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio d’Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025".
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.