Il crac delle Coop operaie di Trieste non ha colpevoli. Il tribunale di Trieste, come riferisce Il Piccolo, ha assolto tutti gli imputati dalla doppia accusa di bancarotta semplice e di false comunicazioni nei bilanci: l’allora direttore generale Pierpaolo Della Valle, prosciolto perché il fatto non sussiste, insieme a Rodolfo Pobega e Tiziana Seriau, ex componenti del collegio sindacale, perché il fatto non costituisce reato. Alla notizia della sentenza, l’avvocato Stefano Alunni Barbarossa, che rappresenta i risparmiatori, ha dichiarato: “Rimaniamo basiti da questa inaspettata decisione del Tribunale. Non comprendiamo come, di fronte alle evidenze emerse in sede processuale e ancor prima in fase di indagini, si sia potuti arrivare a tale decisione. Attendiamo di leggere le motivazioni per valutare un’eventuale impugnazione“.
La sentenza del Tribunale di Trieste arriva dopo sei anni di battaglie giudiziarie e seguita passo passo dai circa 100 risparmiatori che si sono costituiti parte civile nel processo. Oltre 12mila sono rimasti vittime del crac e negli anni sono stati solo parzialmente risarciti.
“Le sentenze si rispettano, tuttavia comprendo lo sgomento dei cittadini e degli ex soci della cooperativa che da anni combattono per avere giustizia e per ottenere il risarcimento dei danni dovuti alla perdita dei propri risparmi e per essersi fidati di quella che in città era un’istituzione che a molti sembrava solida”, ha commentato il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Paolo Menis, che aveva sollevato preoccupazioni sui bilanci della cooperativa e sull’erosione del capitale, così commenta la decisione del Tribunale. “Mi auguro che questa sentenza non pregiudichi i risarcimenti agli ex soci e che gli avvocati delle parti lese reputino opportuno ricorrere in appello”. I consiglieri Cristian Sergo e Andrea Ussai sottolineano: “Il messaggio che esce da tutta questa vicenda non è edificante per il comparto cooperativo perché di fatto stiamo ammettendo che sui risparmi dei soci prestatori non bastano i controlli e la vigilanza degli enti preposti, che in questo caso era la Regione”. “Questo passaggio dovrebbe convincere non solo la Regione ad attuare le norme che per primi abbiamo sollecitato, e che sono necessarie per ristorare le vere vittime di questo crac, ma anche il mondo cooperativo ad intervenire ulteriormente per risarcire i soci che hanno visto dilapidare i sacrifici di una vita in una serata”.