In pochi ci avrebbero scommesso, eppure nell’anno della pandemia globale in Italia il prezzo del mattone è aumentato. La media nazionale si attesta infatti su 2.025 euro al metro quadro, ovvero il 2,5% in più rispetto al 2019. Tuttavia questi dati non vanno letti come il normale esito fra domanda in aumento e offerta che si riduce, bensì come il risultato dell’improvvisa crescita di immobili in città, più cari in confronto alla provincia, che sono stati messi sul mercato: lo spiega Immobiliare.it, che riporta nel dettaglio l’andamento del settore residenziale in tutto il nostro Paese.
L’andamento differisce in base ad alcuni fattori
A trainare il mercato sono il Nord-Ovest, dove i prezzi sono cresciuti di oltre 5 punti percentuali in 12 mesi, e il Nord-Est che ha registrato un buon 2,3%. Oscillazioni positive ma vicine allo zero si sono registrate nel Centro (+0,7%) e nelle isole (+0,2%), mentre al Sud il costo del mattone è sceso dello 0,4%. Ciò che stupisce è il divario che si è venuto a creare fra piccoli e grandi centri: le città con oltre 250mila abitanti hanno resistito meglio all’emergenza sanitaria, almeno fino all’ultimo trimestre del 2020, e hanno visto crescere i prezzi dello 0,9%; quelle con meno di 250mila abitanti hanno invece chiuso l’anno con un calo dello 0,2%. Il risultato? Comprare casa nelle metropoli oggi costa quasi il doppio rispetto ai comuni più piccoli.
Il caso Milano
Prendendo in esame i capoluoghi di regione, quello che ha superato in modo più brillante il 2020 è Milano, che con una richiesta media di oltre 3.700 euro al mq segna un aumento del 9,2%. Bene anche Roma e Bologna, che registrano una crescita meno eclatante ma comunque positiva (rispettivamente +1,5% e +2,5%), mentre la città più cara d’Italia, Firenze, chiude in leggera sofferenza con un calo dello 0,8%.
Lo scenario futuro
Come spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it, per immaginare l’andamento del mercato immobiliare dei prossimi mesi bisogna considerare un dato importante: le persone che nel 2020 hanno cercato casa per sostituire quella in cui già abitavano sono aumentate del 33%. Ciò significa che l’abitazione è tornata a svolgere un ruolo di primo piano e che gli italiani non si accontentano più di un semplice tetto sotto cui dormire. Se questo trend proseguirà, è possibile che da una parte i prezzi scenderanno leggermente soprattutto nei grandi centri (pur di vivere nella casa dei sogni, infatti, i proprietari saranno disposti a vendere a cifre più abbordabili) e dall’altra che il numero complessivo delle compravendite tornerà a crescere.