di Zulia Pomello Chinaglia
Quando il M5S dice di voler introdurre il vincolo di mandato, modificando l’art. 67 della Costituzione, gli saltano tutti negli occhi come belve inferocite. “No al vincolo di mandato. La libertà dei parlamentari è sacra. Rappresentano tutta la nazione, non solo la loro fazione”. Questo perché, da quando esiste la Repubblica Italiana, i governi sono stati sempre sostenuti da maggioranze variabili. Non ricordo governi monolitici, con un solo partito a sostenerli, che non abbiano prima o poi avuto bisogno del supporto di qualcuno dell’opposizione.
Ed è un diritto sacrosanto, alla luce della struttura parlamentare della nostra democrazia, quello di accettare il sostegno esterno di eletti in altri partiti. Rappresentano tutti il popolo, il popolo vuole essere governato, ergo il governo è sempre legittimo chiunque lo voti.
Ci sono stati casi di violente contestazioni di questo principio in epoche ormai lontane. Nel 1960 il governo monocolore Tambroni ottenne la fiducia col sostegno esterno del Msi sia alla Camera che al Senato e si gridò allo scandalo per la legittimazione data dai neofascisti. Naturalmente la reazione scandalizzata era del tutto fuori luogo, innanzitutto perché quelli che si scandalizzavano per il voto del Msi non avevano obbiettato nulla all’ingresso del Msi in Parlamento e poi perché il Msi sosteneva in giro per l’Italia centinaia di giunte comunali insieme a Dc, Psi e, a Milano, addirittura col Pci!
A parte questi eccessi, in parte ingiustificati, nessuno si è scandalizzato mai per l’appoggio esterno che, di volta in volta, tutti i partiti hanno dato a governi di colore opposto. E non si sono scandalizzati quando Silvio Berlusconi faceva cadere i governi altrui o salvava per il rotto della cuffia i suoi comprando voti con denaro sonante o favori di vario genere.
Qualche giorno fa, invece, qualche senatore esterno al governo ha votato la fiducia e da allora viviamo in un regime di tregenda. Non immaginavo che avessimo tante madonnine infilzate in Parlamento, nelle televisioni e nei giornali! È proprio vero che non si finisce mai di imparare!