Il leader del Partito comunista: "Noi ultimi eredi di Gramsci. O ci sarà un rilancio del pubblico o sarà la barbarie"
“Se Gramsci oggi vedesse la Polverini nella maggioranza di centrosinistra si rivolterebbe nella tomba”. Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista così commenta all’Huffington post la fiducia data dalla deputata di Forza Italia, Renata Polverini, al governo Conte. “Oggi l’antifascismo è usato come clava dalla sinistra per prendere i voti della signora Polverini”, aveva già detto a Coffee Break su La7. “In primavera capiterà una grave crisi sociale, che non sarà solo italiana, ma coinvolgerà quei paesi occidentali, dove chiaramente lo stato sociale non funziona più”. Di fronte a calo del Pil italiano “che sarà a due cifre”, le strade possibili, secondo Rizzo, sono due: “O ci sarà un rilancio del settore pubblico o ci sarà un nuovo modo di vedere la società, un cambio di sistema”. Oppure “avremo veramente la barbarie”. Rizzo oggi era a Livorno per celebrare i cento anni dalla nascita del Partito comunista d’Italia, nato dalla scissione del Psi.
Cossuttiano, Marco Rizzo è tra i fondatori di Rifondazione Comunista, a cui è arrivato dopo essere stato un giovane militante del Partito comunista italiano, per poi passare dal 1998 al 2009 ai Comunisti Italiani (PdCi) e fondare, infine, nel 2009 il Partito Comunista, di cui è attualmente segretario: “Il mio piccolo Pc è seduto sulle spalle di giganti, ma dopo la fine di Rifondazione siamo gli ultimi eredi della tradizione di Gramsci”. “Alle elezioni politiche del 2018 abbiamo preso 100mila voti. Alle successive Europee 250mila. Abbiamo 4mila iscritti, ma siamo in crescita. Proprio quest’anno abbiamo abbassato l’età per iscriversi da 18 a 14 anni. Ci sono tanti ragazzi delle superiori che vogliono entrare nella Gioventù Comunista per capire dove va il mondo. Sono preoccupati per il futuro, per l’ambiente”, continua Rizzo con l’Huffington. Ma, per lui, la sola Greta Thunberg non è la risposta: “Non dice una cosa fondamentale: il 70% dell’inquinamento lo producono le prime cento multinazionali, che la portano in barca a vela. La nostra critica è più forte e severa”.