Nell’ospedale di Rovereto, durante una seduta di vaccinazioni anti-Covid, le fialette del vaccino sono state scambiate con quelle della soluzione fisiologica. Risultato: dodici operatori sanitari (medici e infermieri) si sono visti iniettare, a loro insaputa, acqua e sale, che non fanno male all’organismo, ma che non hanno effetto per contrastare il virus. Quel giorno, il 15 gennaio, le persone sottoposte a vaccinazione erano 47. Saranno richiamate e per ognuna di loro sarà effettuata una verifica sierologica. Se non risulterà che abbiano ricevuto il vaccino, non riceveranno il richiamo, ma dovranno ripetere la prima dose.
L’incidente avvenuto in Trentino ha avuto una scia di polemiche. Il 20 gennaio, infatti, durante un incontro con i sindacati per fare il punto proprio sul piano vaccinale, l’Azienda Sanitaria aveva definito una “fake news” la voce riportata da alcuni rappresentanti dei lavoratori. Poi però uno degli operatori richiamati per il controllo ha confermato l’accaduto e il giornale “L’Adige” ha diffuso la notizia. A quel punto la struttura sanitaria ha dovuto a sua volta confermare, seppur minimizzando. “Questo è accaduto a fronte di oltre 12mila vaccinazioni già somministrate in tutto il Trentino. – è scritto in una nota dell’Azienda – La percentuale di errore è inferiore all’1 per 1.000 e non c’è nessun problema sanitario. Il caso è stato prontamente individuato grazie al protocollo e alle check-list utilizzate che prevedono, tra l’altro, una comparazione tra dosi preparate e somministrate e flaconi residui ancora integri. Il controllo anticorpale con test sierologico in ventesima giornata avverrà prima della somministrazione della seconda dose”.
Ma perché è avvenuto lo scambio? Il vaccino viene diluito con una sostanza fisiologica. “Quando un flaconcino viene utilizzato, normalmente viene messo da parte. In questo caso specifico non è stato messo da parte, l’ipotesi più plausibile è che sia stato riempito nuovamente con soluzione fisiologica e poi da lì sono state aspirate le sei dosi che sono state somministrate. Quindi probabilmente c’erano anche tracce di vaccino all’interno” ha spiegato il direttore del Dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria di Trento, Antonio Ferro. I sindacati denunciano: “E’ grave che non siamo stati informati della situazione, ma è ancor più grave perchè un lavoratore dopo il vaccino è convinto di avere una copertura, e quindi abbassa le cautele, aumentando il rischio”.