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Asia Argento: “Cohen, il regista che mi ha violentata mi mise il GHB nel bicchiere. Con Morgan sono stata felice”

L'attrice si è raccontata ospite di Verissimo, e a Silvia Toffanin ha svelato le parti più salienti della sua autobiografia

Per la prima volta Asia Argento a Verissimo racconta la violenza subita da Rob Cohen, l’attrice lancia accuse pesanti verso il regista, reo, secondo il suo racconto di aver abusato di lei: “Era un predatore e come tutti i predatori ovviamente nega. Durante le riprese del film ‘XXX’ mi ha dato da bere il GHB (la droga dello stupro, ndr), che io non conoscevo e che ti fa perdere i sensi. La mattina dopo non avevo capito cosa fosse successo, mi autoaccusavo di aver fatto una cosa che non volevo. Non l’ho denunciato perché non avevo capito cosa fosse successo. L’ho scoperto dopo parlando con un mio amico che mi ha aperto gli occhi su quella sostanza.”

Nel salotto di Silvia Toffanin ha rivelato i motivi della sua scelta: “Non so che cosa porti un uomo a voler andare a letto sostanzialmente con un cadavere. Non volevo raccontarlo per non alzare un nuovo polverone, però altre due donne hanno parlato contro di lui, tra cui sua figlia, e allora l’ho fatto”, ha dichiarato la Argento nel corso della presentazione della sua autobiografia “Anatomia di un cuore selvaggio“. La puntata andrà in onda sabato 23 gennaio, l’attrice non risparmia Harvey Weinstein, il produttore cinematografico americano colpevole di violenze e condannato a 23 anni di carcere: “Penso che se lo meriti. Non l’ho perdonato perché non si può perdonare una persona che ha fatto quelle cose a così tante donne. Penso che sia nel posto dove merita di stare”.

Nel suo libro la Argento, che ha recentemente smentito il suo sbarco a L’Isola dei Famosi, parla del rapporto problematico con sua madre e delle violenze da lei subite da bambina: “Ho iniziato a scrivere questo libro prima di perdere mia madre. Rivelare questo segreto delle violenze ricevute da parte sua spero possa servire agli altri per capire perché in alcuni momenti della mia vita ho reagito in modo aggressivo. Non so perché mia madre mi abbia fatto quelle cose quando ero piccola. Era giovane, con tre figlie, aveva una relazione travagliata con mio padre e si è sfogata su di me. Diceva che ero quella più forte e che quindi potevo prendermi le botte o essere cacciata di casa a nove anni, nel cuore della notte, tanto ce l’avrei fatta.”

Un rapporto che ha portato alle botte fino ai suoi 14 anni: “I miei genitori si sono separati quando avevo nove anni. Il giudice non aveva deciso con chi dovessi stare e quindi facevo la spola da una casa all’altra. Mia madre mi cacciava da mio padre e viceversa e io non ne capivo i motivi. Il giorno del mio quattordicesimo compleanno è stata l’ultima volta in cui mi ha picchiata. Me ne sono andata di casa, ho raccontato tutto a mio padre che, da quel momento, mi ha preso con lui. Quando si è reso conto che ero stata vittima di violenze si è responsabilizzato molto come genitore e mi ha dato una stabilità che non avevo mai avuto. Oggi con papà ho un rapporto bellissimo e intenso, ci sentiamo tutti i giorni e non so come farei senza di lui. È stata la persona che mi è stata più vicina quando mia mamma ha iniziato a stare male”.

Asia è riuscita però a perdonare la mamma Daria, scomparsa lo scorso 26 novembre: “Ai miei figli lei ha dato tutto quello che non aveva dato a me. È stata una nonna straordinaria e quindi le ho perdonato tutto. Ho dovuto raccontare nel libro le violenze per far capire quello che sono diventata. È stato fondamentale dare a questo rapporto una conclusione positiva, quando l’ho vista l’ultima volta l’ho ringraziata per tutto quello che aveva fatto per me. Non esiste un dolore così, perdere il punto di riferimento più grande dopo un rapporto così contrastato è stato ancora più doloroso. Ma ora che si è chiuso il cerchio posso iniziare a vivere veramente”.

In un’intervista al Corriere della sera parla anche dei padri dei suoi figli e del trattamento positivo a loro riservato nel libro: “Con loro ho messo al mondo le gioie della mia vita. Con entrambi sono stata felice, li ho amati, sono stata amata, non serbo rancori: alla fine oggi i momenti belli superano di gran lunga quelli di maggiore tensione. A Morgan non hanno tolto la casa ‘per me’. A me non è venuta una lira, hanno solo rimborsato l’avvocato con cinquemila euro. La casa gliel’ hanno tolta perché non pagava le tasse, aveva debiti e i soldi sono andati a queste persone. Mi è dispiaciuto per lui, però pure a mio padre negli Anni 80 successe che un commercialista non pagò le sue tasse e gli tolsero non una, ben due case: si rimboccò le maniche.