La rete degli agenti di sviluppo glocale
La necessità di includere nel processo nuove professionalità emerge nelle priorità istituzionali definite nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in cui si fa diretto richiamo al rafforzamento della capacità progettuale e gestionale delle amministrazioni centrali e locali. In particolare, nel Piano Sud 2030 si prevede l’assunzione di 2.800 giovani per riportare nel settore pubblico le competenze esternalizzate, innalzare la qualità e l’innovatività delle politiche di sviluppo territoriale. Tale rigenerazione amministrativa, oltre che dall’attrazione e selezione nel breve periodo di nuovi profili, dipenderà dalla capacità di indirizzare l’offerta di formazione scolastica e universitaria verso tali figure multidisciplinari.
Un processo che sta trovando oggi anche attuazione dal basso. E’ il caso della Aps ProPositivo, fondata da un gruppo di giovani sardi emigrati per motivi di studio e lavoro e oggi rimpatriati sull’isola per dare seguito ai dettami di Gramsci e accompagnare lo sviluppo socio-economico delle aree interne e marginali del Meridione.
In particolare dal 2015, con il progetto “Trasformare la crisi in opportunità” e il Festival della Resilienza, essi hanno perfezionato un metodo di analisi e animazione dei territori, basato su scienze sociali e arte pubblica, per stimolare le attitudini logiche e creative dei cittadini e rigenerare il senso di comunità. Un percorso che dopo aver attratto nel Centro Sardegna, afflitto da spopolamento e crisi industriale, centinaia di professionisti da tutto il mondo e oltre 200mila euro di finanziamenti, punta ad attivare tavoli permanenti di progettazione partecipativa in vista della prossima Programmazione europea 2021-27.
Obiettivo da cui parte l’iniziativa “130 Gramsci” (di cui questo post è parte), promossa insieme alla Fondazione Casa Gramsci e una rete di partner, per dare linfa e lungimiranza alla riflessione nazionale con istituzioni, editori, scuole e comunità locali sul futuro dell’Italia e d’Europa. Un’occasione, a distanza di un secolo, per avvicinare il pensiero gramsciano alle nuove generazioni e in esse stimolare quel motto intellettuale che darà organicità alla risoluzione della questione meridionale negli anni ‘20 del nuovo millennio.
Illustrazione: Valentina Vinci