Quattro case, cinque automobili di lusso, quattro moto e oggetti preziosi, oltre a denaro contante per circa 100mila euro. Si dichiarava nullatenente e ufficialmente non aveva reddito, ma un 35enne del Milanese aveva un tenore di vita non compatibile con le sue disponibilità economiche dichiarate. Proprio questo aveva allertato la Guardia di Finanza che, dopo accurate indagini, ha scoperto che l’uomo aveva accumulato i beni grazie alla sua attività di narcotrafficante. I finanzieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, hanno eseguito un sequestro preventivo sui beni del valore di circa un milione di euro.

Il 35enne, soprannominato ‘Il Principe’, era stato arrestato nel 2019 nell’ambito dell’operazione “Waiting” e condannato in primo grado a 9 anni di reclusione. La misura patrimoniale scaturisce dagli accertamenti condotti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano ai sensi del Codice Antimafia, dopo le indagini coordinate dalla Procura di Monza.

A dare l’avvio alle investigazioni, nel 2018, era stato proprio l’interesse dei finanzieri per l’evidente sproporzione tra lo stile di vita dell’uomo e le disponibilità finanziarie dichiarate. L’unica fonte di reddito ufficiale del suo nucleo familiare era l’indennità di disoccupazione percepita dalla sua compagna. Le indagini hanno ricostruito un articolato traffico di droga, che dalla Spagna veniva spedito in Italia utilizzando carichi di copertura di pallet di laminato. I carichi venivano spediti a una società nell’hinterland di Milano, che però si è scoperto essere una società “cartiera”, che emetteva fatture per operazioni inesistenti consentendo di utilizzarle per scopi illegali.

Gli investigatori hanno accertato che tra gennaio 2018 e maggio 2019 ci sono state oltre 260 spedizioni di copertura provenienti dalla Spagna, contenenti circa 6,5 tonnellate di hashish e marijuana, che hanno generato un volume d’affari illecito superiore agli 11 milioni di euro. I finanzieri hanno accertato che il patrimonio del 35enne è il provento dell’attività criminale, riciclato tramite compra vendita di case e altri beni che intestava a prestanome per occultarne la titolarità, anche tra i propri familiari.

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