Dopo gli Usa anche in Russia il social network cinese TikTok si sta trasformando da canale di intrattenimento a mezzo per veicolare messaggi politici. A galvanizzare i giovanissimi utenti russi del social è stato il rientro in patria del politico Alexej Navalny, scampato a un tentativo di avvelenamento la scorsa estate, rientrato da pochi giorni in Russia e subito arrestato. I teenager russi stanno pubblicando in massa dei brevi video per testimoniare il loro sostegno all’oppositore e chiamare a partecipare alla manifestazione per chiedere il suo rilascio. E le autorità russe hanno immediatamente reagito minacciando di pesanti sanzioni TikTok e altri social, ma anche chiunque inciti a partecipare alle proteste in programma che sarebbero mirate a “destabilizzare la situazione in Russia, alla stregua della Bielorussia”.
E mentre Navalny resta in carcere fino al 15 febbraio e rischia due anni e mezzo di detenzione, il suo staff ha pubblicato su YouTube la sua video inchiesta sul sontuosissimo ‘palazzo segreto’ di Putin sul mar Nero, che sarebbe stato pagato con una maxi tangente dalle aziende di Stato e dall’entourage del leader del Cremlino. Un video che sta letteralmente spopolando, con oltre 45milioni di visualizzazioni in sole 24 ore. Un successo che cavalca la chiamata alla piazza dei collaboratori di Navalny, che chiedono di protestare in tutto il Paese sabato 23 gennaio per ottenere il rilascio dell’oppositore, proprio come avvenne in seguito alla manifestazione di massa davanti al Cremlino nel 2013, quando Navalny fu condannato per un altro processo nel pieno della sua campagna per diventare sindaco di Mosca.
Gli hashtag #libertàaNavalnyj, #23 gennaio e simili hanno avuto più di 200 milioni di visualizzazioni su TikTok. Sono diventati virali video in cui alunni delle scuole tolgono il ritratto di Putin e lo sostituiscono con quello di Navalny. “I teenager sono preoccupati dalla situazione nel Paese e non hanno paura di esprimere la propria opinione. E pensare che ci chiamano generazione persa”, scrivono gli zoomer russi nei loro filmati accompagnati da alcuni brani, come quello intitolato Labirinto del rapper Face che dice: “Essere contro il potere non vuol dire essere contro la patria”. “Navalny ci ha aperti gli occhi sulla giustizia e sulla sanità”, dice un’altra utente giovanissima di TikTok.
Spopolano anche i video in cui ragazzi danno raccomandazioni su come prepararsi ad una manifestazione (“vestitevi bene, prendete una bottiglietta d’acqua e un power bank”) oppure inscenano delle conversazioni con i genitori preoccupati o fanno parodia dei docenti che minacciano sanzioni per chi prenderà parte alle proteste. Ma in seguito sono comparsi anche numerosi video contro Navalny che lo accusano di voler far scattare le sanzioni contro la Russia, post pagati, sostengono i sostenitori del politico.
Il canale Telegram Baza ha scritto che le scuole e le università russe stanno mandando comunicazioni ai genitori e agli studenti per dissuaderli dalla partecipazione alle manifestazioni del 23 gennaio, minacciando anche con l’espulsione nel caso contrario. E la presidente dell’Associazione dei comitati e delle comunità dei genitori Olga Letkova ha esortato in un’intervista alla rivista Snob di vietare TikTok in Russia, dicendo che si tratta di “un social network gestito dall’estero” che cerca di organizzare “un colpo di Stato” in Russia “strumentalizzando i nostri figli”.
Il servizio russo per la supervisione delle comunicazioni, Roskomnadzor, ha fatto sapere il 21 gennaio che ha convocato rappresentati dei social network TikTok, VKontakte, Facebook, Twitter, Instagram e YouTube per stilare dei protocolli a causa di una contravvenzione. L’accusa è di aver diffuso informazioni vietate che incitano minorenni a partecipare alle manifestazioni non autorizzate e i social in questione rischiano la multa massima di 4 milioni di rubli (circa 45 mila euro).
Per il direttore della Novaja Gazeta Dmitrij Muratov, che ha parlato al canale TV Dozhd, non è da escludere che la partecipazione di minorenni alla manifestazione pro-Navalnyj sabato potrebbe essere utilizzata per mettere in piedi dei nuovi processi contro l’oppositore.