Se Giuseppe Conte si presentasse alle elezioni come leader dei 5 stelle, il Movimento raggiungerebbe il 20,2% dei consensi, piazzandosi davanti al Pd (16,3%). Se invece corresse con una lista autonoma, potrebbe contare sul 10,4%, drenando voti sia dagli alleati che da Lega, Forza Italia e Italia viva. Sono questi i due scenari ipotizzati nel sondaggio del 21 gennaio da Euromedia Research per Porta a Porta su Rai1. In ogni caso, però, il centrodestra è dato sempre in vantaggio rispetto ai partiti che sostengono il governo giallorosso. Il primo scenario certifica che, in caso di M5s a guida Conte, i rapporti di forza all’interno della maggioranza cambierebbero radicalmente rispetto ai sondaggi degli ultimi mesi. Così il Movimento è dato sul secondo gradino del podio dei partiti più votati, subito dopo la Lega al 24,5%. In terza posizione il Pd con il 16,3%, tallonato da Fratelli d’Italia (15,5%). Complessivamente l’area di governo è al 39,6%, mentre il centrodestra al 48,7.
Il secondo scenario, invece, si basa sull’ipotesi che Conte si presenti con una lista a suo nome. In questo caso, piazzandosi al 10,4%, strapperebbe una parte dei consensi ai pentastellati (in calo al 10,6%) e una parte al Pd (al 14,1%). In totale, sommando anche il 3,3% di Liberi e uguali, i partiti che sostengono l’esecutivo potrebbero contare sul 38,4% dei voti. Anche qui, però, il centrodestra è dato in vantaggio con il 46,9%. Un dato leggermente inferiore rispetto allo scenario precedente, in virtù del lieve calo della Lega (23,4%) e di Forza Italia (in discesa dal 7,9 al 7,3). Immobile il partito di Giorgia Meloni con il 15,5%. Per quanto riguarda gli altri partiti, a prescindere dalle intenzioni di Conte i consensi per +Europa e Verdi rimangono invariati rispettivamente all’1,6 e all’1,5%. Sostanzialmente simile la situazione per Azione di Carlo Calenda, con un consenso tra il 3,5 e il 3,6%. Il partito di Matteo Renzi, invece, è dato al 2,8% se il premier scende in campo alla guida del M5s, mentre cala al 2,5% se si presenta con una lista autonoma.
L’istituto di cui fa parte la sondaggista Alessandra Ghisleri ha anche chiesto agli italiani una previsione sulla durata dell’attuale esecutivo. Se a metà dicembre il 36% degli intervistati era convinto che sarebbe arrivato a fine legislatura (2023), mentre il 30,6% ne ipotizzava la caduta già in primavera, adesso le parti si sono invertite. Alla data del 21 gennaio, il 33,1% non crede che il governo arriverà all’estate. Senza opinione il 17%, mentre il restante 50 è equamente diviso tra chi punta sul 2023 e chi sul 2022, cioè subito dopo l’elezione del presidente della Repubblica. L’ultimo quesito posto ai cittadini riguarda l’attuale composizione della maggioranza che sostiene Palazzo Chigi. Il 53% si dice insoddisfatto dell’esito del voto di fiducia in Parlamento di settimana scorsa, mentre solo il 32,1% ha un giudizio positivo. Il 14,9% degli intervistati non ha un’opinione in merito.