“Abbiamo scelto di dire sì alla donazione perché nostra figlia avrebbe detto “sì, fatelo”. Era una bambina generosa. E visto che non potevamo averla più con noi, abbiamo ritenuto giusto aiutare altri bambini”. I Sicomero salutano così la loro piccola Antonella. Piccola ma grande: era la primogenita, mentre papà Angelo e mamma Chiara sono in attesa, a settimane, della quarta figlia, la quarta femminuccia. E mai avrebbero potuto credere di dovere accogliere l’ultima in arrivo col cuore a pezzi. Ma in pochi minuti tutto è cambiato. Giovedì sera avevano finito di cenare, tutti assieme. Poi Antonella, la primogenita di 10 anni, era andata in bagno per lavarsi i capelli, così aveva detto.

Cos’è successo una volta entrata in bagno è ancora da ricostruire, ma alcuni elementi raccolti dagli investigatori della Squadra mobile di Palermo combaciano col racconto fatto a caldo dai genitori. Nel bagno della casa dei Sicomero, nel cuore del quartiere della Kalsa a Palermo, c’era la cintura del padre, una cintura di quelle intrecciate, elastica e c’era il telefonino della bimba messo in modo tale da mostrare qualcosa o da riprendere qualcosa, forse se stessa. Quando la piccola entra in bagno non chiude la porta a chiave, così che la sorellina di 5 anni, entra con facilità e la trova svenuta. La piccolina chiama subito i genitori. Tagliano con una forbice la cintura e poi tentano di rianimarla. Arriva pure lo zio Francesco, pure lui prova a rianimare la piccola. Nel frattempo provano a chiamare il 118 “ma non rispondeva nessuno”, racconterà lo zio. Decidono di portarla loro al Pronto Soccorso. Sono momenti concitati. Nella corsa verso l’ospedale lo zio verrà fermato da una pattuglia della Mobile, a loro spiega perché è fuori casa nonostante la zona rossa, e gli agenti decidono di seguirlo fino al Di Cristina, l’ospedale dove verrà rianimata ma troppo tardi per le funzioni cerebrali.

È da qui che la polizia inizia a seguire il caso. I genitori in attesa di sapere l’esito dai medici raccontano a caldo quello che è successo. Parlano di Tik Tok. E da qui parte la ricostruzione che porta al blackout challenge del social cinese. Una sfida estrema alla quale la piccola Antonella avrebbe tentato di partecipare stringendosi la cintura del padre al collo. E in questa prima ricostruzione anche la sfortuna sembra avere giocato la sua parte: il gancio a cui aveva attaccato la cintura, un gancio di plastica, non si è staccato. Ma perché ha attaccato la cintura a quel gancio? Cosa l’abbia spinta, o chi, a compiere quel gesto è ancora tutto da verificare. La Mobile e la polizia postale stanno indagando per ricostruire l’accaduto. Ma il telefono della piccola sta dando filo da torcere, non si conosce il codice, e non lo conoscono neanche le altre sorelle, di 9 e 4 anni.

Diverse ipotesi sono al vaglio degli inquirenti. Di sicuro c’è che la piccola Antonella aveva una passione per i social. Non solo Tik Tok, ma anche Facebook e Instagram. E sugli stessi social aveva attivato più profili. Si stava riprendendo con la telecamera del telefono mentre tentava di emulare qualcuno? Oppure è stata spinta, o sfidata, da qualcuno a farlo? Sono interrogativi ai quali gli inquirenti cercheranno di rispondere nei prossimi giorni, quando riusciranno ad accedere ai dati dello smartphone e quando interrogheranno i genitori, le sorelline, i compagnetti. Sono due le inchieste aperte, una dalla procura dei minori, coordinata dai sostituti Massimo Russo e Paoletta Caltabellotta, una dalla procura ordinaria, dal procuratore aggiunto Laura Vaccarello. Dai primi elementi, però, meno probabile sembra che Antonella possa avere tentato il suicidio: non ci sono segnalazioni agli assistenti sociali, e la scuola non aveva mai riscontrato disagi da rilevare. Mentre appare credibile la versione dei genitori. Una famiglia unita, serena, amata dal vicinato. Nessun precedente penale. Niente, insomma, che faccia pensare ad altre ipotesi. Le indagini saranno lo stesso a tutto tondo. Con una particolare attenzione sull’uso dei social. Intanto tutto il quartiere si stringe intorno ai Sicomero: “Il tuo dolce sorriso non lo dimenticheremo mai”, recita uno dei lenzuoli esposti alla Kalsa. Ed è possibile ancora vedere quel sorriso in un video di qualche anno fa. Antonella alza la manina per salutare mamma nel suo primo giorno di scuola, il 13 settembre del 2016. Mamma Chiara la riprende con il telefonino al suo primissimo esordio scolastico: “Mi raccomando Anto”, le dice. Anto è in fila con i compagnetti nel cortile della scuola. Sorride, saluta. Mentre sulle spalle ha una cartella più grande di lei. Ed era solo ieri.

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