Andrea Cavalleri, secondo il gip che ne ha ordinato l'arresto, si proponeva di “svegliare le masse” come Anders Breivik, l’attentatore della strage di Utoya, o Brenton Tarrant, l’autore del massacro di Cristchurch (Nuova Zelanda). Con il complice minorenne aveva diffuso una sorta di manifesto antisemita scaricato da 1800 utenti
“Giuri fedeltà alla tua ideologia nonostante la società contemporanea applica oppressione ad essa? Giuri di mantenere il progetto nascosto agli occhi dello Stato democratico corrotto? Quanto vale la vita di un nemico della Razza? Cosa pensi degli ebrei? Cosa pensi degli ebrei e degenerati? Sei negazionista delle varie bugie sioniste?”. Sono alcune delle 30 domande del “questionario” che Andrea Cavalleri – il 22enne arrestato a Savona per associazione con finalità di terrorismo e il suo socio minorenne sottoponevano alle potenziali reclute del gruppo “Nuovo Ordine Sociale”, ispirato alla rete internazionale neonazista “Atomwaffen Division”. Un’organizzazione clandestina, scrive il gip di Genova Paola Faggioni nell’ordinanza di arresto, che agiva “per l’affermazione del Nazionalsocialismo e del “piano di Hitler”, definito da Cavalleri come “Cristo guida luce” e dal socio “colui che illumina le loro menti dal male ebraico””. E si proponeva di “svegliare le masse” come Anders Breivik, l’attentatore della strage di Utoya, o Brenton Tarrant, l’autore del massacro di Cristchurch (Nuova Zelanda), verso i quali i due indagati “manifestano ammirazione”, esprimendo il desiderio di conoscere Breivik e “arruolarsi nel suo esercito”.
L’occasione più adatta per la strage, dice il giovane savonese, è una manifestazione femminista: “Sono tutti nostri nemici in uno… donne puttane ebree, comuniste, leccanegri, liberali, lgbt… tutto in uno che spettacolo… le più scopabili in una gabbia come passatempo”. Le donne, d’altra parte, sono “troie senza sentimenti, bambole gonfiabili di carne da sterminare” a cui “sparare un colpo secco in testa”, i video di stupri e torture diventano “arte”, gli omosessuali “degenerati”. Si parla di “school shooting” (sparatorie negli istituti scolastici, in stile americano) e del “day of the rope”, il giorno della corda, un tema tipico del suprematismo bianco, in cui si immaginano omicidi di massa dei “traditori della razza” (politici, giornalisti, donne “impure”, degenerati). “È meglio morire con onore in uno school shooting o qualunque cosa sia, piuttosto che vivere una vita di merda soli”, dice Cavalleri, che fantastica sui dettagli della strage: “Mi divertirei di più classe per classe… col lanciafiamme e un Ak47 di scorta… voglio guardarli in faccia e sentirli urlare, una goduria”. Si esalta all’idea di diventare il primo “Incel” (involuntary celibates, uomini che incolpano le donne per la propria incapacità ad avere relazioni sessuali) italiano a fare un’azione terrorista, entrando così nella storia.
Ma per fare qualcosa di “catastrofico”, “decisivo, come fece esattamente Breivik” serve gente ”che non ha nulla da perdere, che non ha motivo di vita se non la lotta”. Per questo viene scartato a prescindere chi ha la fidanzata: “Dev’essere pronto per morire, non deve avere rapporti”, “Uno che si è trovato in rapporti stretti, senza aver avvisato in tempo, può rovinare tutto in caso di azione”. Apprezzata, invece, una totale dedizione alla causa: “È un ragazzo sveglio, ormai non si interessa della sua vita, bensì del suo ideale”, dice Cavalleri di uno dei candidati migliori, che addirittura ha già “progettato un attacco alla sinagoga di Roma”. Il giovane propone di creare due gruppi, uno “di facciata”, per il volantinaggio e la propaganda, aperto agli adepti più deboli, e quello “originale”, in cui avrebbero parlato “di morte”: “Gruppo A: influenza, propaganda, le cose più legali per modo di dire; Gruppo B: tattiche militari, armamento, organizzazione, amministrazione”. La missione finale è definita “Race war”, guerra razziale, da combattere seguendo la “via di Breivik”, “soprattutto contro negri e degenerati”, ma non solo: “Se delle milizie incontrassero omosessuali bianchi non li lascerebbero vivi”. A tratti l’attacco sembra imminente: “Io ho le armi… penso che farò Traini 2.0… andiamo a fare Traini 2.0” “Ci sei per un massacro in piazza in armatura templare?”.
I due giovani soci sono indagati anche per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, aggravata dall’apologia della Shoah e del genocidio, per aver diffuso sul canale Telegram “Sole Nero” (484 iscritti) il documento “Vento bloccato – una chiamata alle armi”, “nel quale sono propagandate idee razziali tipiche della destra nazionalsocialista come quelle della “dissoluzione del giudeo”, della purificazione della società per ristabilire l’ordine tradizionale, e viene istigato il compimento di atti di violenza di matrice discriminatoria”. Nell’opuscolo gli ebrei sono descritti come “il male da eliminare prima di chiunque altro, nati per distruggere l’umanità e portarla alla sua forma peggiore”. Si invitano gli adepti a mettersi in contatto con “un gruppo paramilitare locale di camerati” per l’addestramento: “Purtroppo si spargerà molto sangue, ma per una buona causa (…) Una volta completata la purificazione, tutto sarà più semplice. Un mondo senza continua propaganda liberale, senza imperialismo statunitense, senza sionismo globale. Un manifesto che, si legge nell’ordinanza, “risulta essere stato effettivamente visionato o scaricato da oltre 1800 utenti”.