Buongiorno a tutti e buon 2021 da un luogo dell’anima.
Così erano state chiamate le librerie quando, la scorsa primavera, vennero riaperte, prime fra tutte le attività commerciali a rialzare la serranda dopo le chiusure del lockdown. Una definizione forse un po’ retorica ma che, col 2020 alle spalle, possiamo oggi definire appropriata. Non perché non lo fossero anche prima, luoghi dell’anima, ma perché la pandemia ha certamente restituito qualcosa al ruolo delle librerie indipendenti. Nell’immaginario, nei fatti e nelle scelte delle persone.
Dopo i guanti, le mascherine, la riduzione degli ingressi, la gestione degli spazi e le sanificazioni, mi sorprendo nel guardare al futuro del nostro settore con un pizzico di ottimismo in più rispetto alla consueta sfiducia che, da sempre, aleggia intorno a questo splendido lavoro. Follia da abusi glicemici? Lisergici deliri? Miraggi? Forse solo la speranza di uno sciocco che però, nei fatti, ha visto nel 2020 dei cambiamenti a cui difficilmente avrebbe immaginato di assistere.
Lo scorso anno si è aperto con la nuova legge che, portando al 5% il massimo sconto possibile, fatte salve eccezioni come per le campagne ben regolamentate, ha di fatto livellato uno degli aspetti più spinosi della concorrenza. Durante la chiusura poi, grazie a quella velocità di adattamento che il settore del libro ha saputo sviluppare negli anni per sopravvivere, ci siamo scoperti tra i più rapidi a organizzare nuovi servizi per lavorare a serranda abbassata.
L’arrivo di Libridaasporto, un sistema di spedizione dedicato esclusivamente alle librerie indipendenti, ci ha permesso di inviare bellissime storie direttamente a casa vostra, con un servizio più conveniente e sicuro dell’ormai vetusto piego di libri. Oltre trecento librerie si sono rapidamente convenzionate portando alla spedizione di circa settantamila testi in meno di un anno! Personalmente ho potuto recuperare clienti perduti per lontananza, raggiungendoli perfino all’estero, e riassaporando il piacere di un rapporto fiduciario come quello che si instaura nel tempo tra libraio e lettore. Mettendo sulla bilancia sconto e spedizione, il nostro lavoro ha visto così colmato molto del gap che lo separava dai colossi, senza scalfire l’intermediazione, il più prezioso dei nostri valori aggiunti.
In questo frangente trova così spazio la rinnovata consapevolezza della prossimità, coi suoi numerosi petali da sfogliare. Oggi la libreria di quartiere ti raggiunge in bici o a piedi; se la distanza è troppa invia velocemente e a costi competitivi i libri a domicilio, il tutto senza rinunciare al consiglio, diretto, telefonico, per mail, a sorpresa o sulla base di test a domande multiple per affilarne al massimo il taglio. Non solo per il gusto dello stesso, ma come vantaggio, riscoperta, risposta alla noia dell’isolamento, alla solitudine e alle fredde alternative poco etiche e inumane della gdo.
Altro elemento di grande supporto spuntato durante la crisi è stato Bookdealer, anche questo nato dalle braci dell’esperienza nella filiera del libro. Questa piattaforma online permette a clienti e lettori di scovare librerie vicine fisicamente o per catalogo al cuore o al domicilio, azzerando la distanza e consentendo a un ragazzo di Bologna di chiamarmi per concordare un libro in base ai gusti della sua amica romana che lo avrebbe ricevuto in regalo direttamente a casa.
Possono sembrare briciole, inezie ma, vi assicuro, non è così. I numeri contano tutti e ogni vendita, soprattutto in un anno in cui per molti mesi non si è potuto lavorare liberamente, fa la differenza e, mi sento di dire che siamo solo all’inizio! Insolitamente perfino la politica ha messo a fuoco il problema ed è riuscita a emanare provvedimenti pertinenti. Ad esempio tramite il decreto Franceschini le biblioteche italiane hanno potuto contare su un fondo di aggiornamento dei cataloghi, a condizione che venisse speso presso le librerie di prossimità e, contestualmente, va sottolineato il successo della Lazio Youth Card, che ha fornito ai giovani possessori della tessera diecimila buoni da dieci euro da spendere esclusivamente in libreria. Anche iniziative come questa fanno nascere nuovi lettori, chi ci vede solo una mancetta sottovaluta l’enorme importanza della cultura, soprattutto se rivolta alle nuove generazioni.
Non ultima, la trovata del cashback ha fornito a tutti i negozianti una nuova ragione di vantaggio rispetto all’acquisto online. Insomma, malgrado tutto siamo ancora qua per parlare di libri, a consigliare le storie che ci sono piaciute di più e a incontrare persone, nel rispetto dei dpcm. La speranza, per questo 2021, è che le misure adottate lo scorso anno siano solo l’inizio, che i lettori non perdano l’abitudine di scegliere fisicamente o da remoto le librerie indipendenti e che, quando finalmente saremo tutti vaccinati e potremo tornare alla nostra vita di prima, non dimenticheremo quanta compagnia ci hanno fatti i libri nei lunghi mesi di clausura domestica.
Buone storie!