Commercianti, associazioni di categoria e anche i sindaci si preparano a presentare il conto al Pirellone. Il pasticcio della Lombardia sui dati comunicati all’Istituto Superiore di Sanità che hanno costretto negozianti e cittadini lombardi a una settimana di zona rossa rischia di trasformarsi in una class action contro i vertici della Regione. Nonostante il presidente Attilio Fontana continui ad addossare la colpa ai calcoli effettuati a Roma, i verbali della cabina di regia parlano chiaro riguardo alla richiesta di “rettifica” arrivati dai tecnici lombardi. E così in Lombardia monta la rabbia per la serrata totale alla quale sono state costretti 10 milioni di abitanti. Una contestazione trasversale, che coinvolge anche i sindaci di centrosinistra di Bergamo e Varese.

Il fuoco di fila è stato aperto da Confesercenti Lombardia: “Noi siamo veramente senza parole”, ha detto il presidente Gianni Rebecchi. Tanto che l’associazione, per il danno subito dai commercianti questa settimana, sta meditando di avviare una class action: “Per tutta la regione, anche in considerazione del periodo di saldi, stimiamo circa 600 milioni di volume d’affari perso dai negozi”, spiega all’Adnkronos. “E adesso, dopo undici mesi di sacrifici, arriviamo a scoprire che ci sono stati errori di calcolo. Non vogliamo entrare nella diatriba tra Regione e ministero, ma è necessario chiarire di chi sia la responsabilità. Questo danno chi lo paga?”, si chiede Rebecchi. Visto che il sacrificio economico lo stanno pagando solo alcune categorie, le vie legali non sono da escludere: “Stiamo aspettando tutta la documentazione per fare chiarezza, ma questo è un caso dove ci sono tutti i presupposti per far partire una class action contro i soggetti che hanno provocato un danno di questo tipo”. La situazione economica, argomenta, “è ormai drammatica, più della metà dell’occupazione persa nel 2021 lo sarà nel settore che rappresentiamo”.

Il ricorso alla causa civile viene caldeggiato anche dai sindaci di Bergamo e Varese, Giorgio Gori e Davide Galimberti, alla guida di due giunte di centrosinistra. “Credo che le categorie penalizzare potrebbero avviare una class action per il risarcimento del danno”, sottolinea Gori. “Questa notte non sono riuscito a dormire, sono sincero. E penso che come me tanti commercianti, genitori, imprenditori”, rimarca sui social il sindaco di Varese. “Le imbarazzanti notizie che si susseguono da ieri sul tema dei conteggi dei positivi nella nostra Regione – dice ancora Galimberti – sono un colpo durissimo, perché denotano principalmente una confusione che dopo un anno di pandemia non è più accettabile”. Galimberti ritiene quindi che “una prima azione concreta possa essere una class action per tutelare e risarcire aziende, commercianti, famiglie e studenti che hanno subito ulteriori danni da questa confusione tra zona rossa che invece doveva essere arancione”. Una iniziativa “contro i responsabili di questo errore che come Comune di Varese sosterremo in prima linea dopo averne parlato con tutte le associazioni di categoria e dei consumatori”.

Gli avvocati Francesco Borasi e Angelo Leone hanno già raccolto le adesioni per la maxi-causa di tre associazioni e una ventina di commercianti: “Ci siamo attivati per chiedere i documenti alla Regione – spiega Borasi – ai fini della richiesta di risarcimento” dovuto al presunto errore di calcolo dell’indice Rt. La chiusura della Regione in zona rossa ha “creato danni” che “si sono aggiunti ad una situazione già disastrosa, decretando in molti casi la chiusura di tante attività con gravissime conseguenza per lavoratori e famiglie”. Da quanto si è saputo i due legali, oltre ad aver già mosso i primi passi raccogliere, per la legge sulla trasparenza, dal Pirellone i documenti inviati a Roma all’Istituto Superiore di Sanità, in base ai quali la Lombardia è stata inserita erroneamente in zona rossa da domenica scorsa, hanno scritto anche alla Procura di Milano, all’aggiunto Maurizio Romanelli, per informarlo della class action: al momento sul caso non risulta aperto alcun fascicolo quanto meno ‘esplorativo’. I commercianti e gli imprenditori, in gran parte milanesi, che stanno aderendo alla class action stanno invece conteggiando i danni che ritengono di aver subito, per poi presentare in ‘conto’, nella maxi-causa civile che verrà avviata davanti al Tribunale del capoluogo lombardo.

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