È proprio vero che bisogna nascere con la camicia. Figurarsi chi è venuta al mondo già avvolta nel tailleur grigio antracite, da super manager. E’ il caso di Letizia Moratti che in sole due settimane, solo due ripetiamo, è riuscita a dare due colpi magistrali: l’altro lunedì da assessore alla Sanità ha proposto che i vaccini subisserò nella distribuzione il criterio del Pil, cioè la punturina va prima al ricco e poi al povero. Di questo lunedì invece la notizia che i suoi uffici hanno dato a Roma numeri farlocchi: hanno scambiato persone sane per ammalate. Roma ha provveduto a colorare di rosso la Lombardia e ha imposto – grazie all’errore – il nuovo lockdown.
Fosse successo al predecessore della Moratti, il già fantasmagorico Giulio Gallera, sapete quante gliene avremmo dette noi giornalisti? Quante risate, quanti buuu, quanti sfottò, quante richieste di dimissioni? Invece è accaduto sotto il regno della Letizia, quella nata col tailleur da super manager, la fuoriclasse chiamata in campo dal centrodestra per confutare il sospetto che i leghisti lombardi e i loro alleati stiano diventando clamorose pippe. E allora qualche colpo di tosse e niente più.
Nella prima uscita la regina dei soldi, che aveva negato il vaccino pro Pil, è stata sbugiardata dal Fatto, che ha pubblicato il suo audio. È successo qualcosa? Nebbia fitta in val padana.
Nel secondo caso, quello enorme dei dati sbagliati e confusi, a fare la figura del tonto, essendo venuto meno Gallera, è stato il solito Fontana.
Di lei, la signora nata col tailleur, neanche l’ombra. È spuntata sul Corriere, in un’intervista piena di cipria, spiegando che ha tanto da fare, e non perde un minuto, e col pensiero è vicino alle famiglie che soffrono, eccetera eccetera.