Il sindaco di Milano sulle accuse del Pirellone dell'Istituto superiore di Sanità: "Il sistema è collaudato, essendo in funzione da mesi, una sola Regione (la Lombardia per l’appunto) sostiene che l'algoritmo di compilazione ha una falla mentre per tutte le altre Regioni ha sempre funzionato senza problemi. Possibile che ci abbia visto giusto solo la nostra Regione?". Fontana: "Dati pubblici, lo sa benissimo". Lunedì flash mob di protesta sotto il Pirellone
Beppe Sala rompe il silenzio sui dati errati che hanno portato la Lombardia in zona rossa per una settimana, quando non avrebbe dovuto subire le restrizioni massime per prevenire il contagio. Il sindaco di Milano è netto: “La Lombardia faccia vedere i dati”. E ancora: “Buttarla in rissa non fa emergere la verità”, perché il calcolo dell’indice Rt è un fatto eminentemente tecnico, non politico!”, scrive su Instagram commentando la presa di posizione della Regione che respinge la ricostruzione dell’Istituto Superiore di Sanità sulla “rettifica” chiesta dal Pirellone.
I vertici dell’Iss sono netti, hanno ripercorso cosa è cambiato tra il monitoraggio del 13 gennaio e quello dello scorso venerdì nei dettagli, mentre Attilio Fontana e la sua vice Letizia Moratti avanzato il sospetto di errori nell’algoritmo e il dg dell’assessorato al Welfare, Marco Trivelli, sostiene che il metodo di calcolo “non è trasparente”. Accuse gravissime, smentite dall’Istituto. “Buttare in rissa la questione dell’Rt lombardo certamente contribuisce a non fare emergere la verità. E i cittadini lombardi, questa volta più che mai hanno il diritto di sapere come stanno le cose”, scrive Sala. Per tanto “la cosa più semplice per chiudere la questione è che la Regione Lombardia faccia vedere i dati”, aggiunge, perché “il calcolo dell’Rt è un fatto eminentemente tecnico, non politico!”.
Il sindaco, nel chiedere a Regione Lombardia di mostrare i dati che hanno portato al presunto errore di calcolo dell’Rt, aggiunge su Instagram che “una cosa è chiara. Il sistema è collaudato, essendo in funzione da mesi, una sola Regione (la Lombardia per l’appunto) sostiene che l’algoritmo di compilazione ha una falla mentre per tutte le altre Regioni ha sempre funzionato senza problemi”. Quindi si chiede: “Possibile che ci abbia visto giusto solo la nostra Regione? La cosa più semplice per chiudere la questione – conclude – è che la Regione Lombardia faccia vedere i dati”.
Lunedì, intanto, è prevista uno flash mob di protesta sotto la sede della Regione: i partecipanti avranno calcolatrici in mano e cartelli con scritto ‘Ora basta’. L’appuntamento, intitolato ‘Ora basta! I vostri fallimenti non si contano più!’, è organizzato fra gli altri da Acli Milano Monza e Brianza, Arci Milano e Lombardia, Pd, Italia Viva, Cinque Stelle, i Sentinelli e gli Studenti Presenti. “Regione Lombardia ha fallito sui vaccini anti influenzali, sul tracciamento, sulla gestione dei vaccini anti Covid. Adesso ha pure sbagliato a fare i calcoli”, si legge su Fb e quindi “solo una cosa può fare, adesso, la giunta Fontana: andare a casa!”. Dopo essersi definito “indignato” durante la conferenza stampa convocata sabato, ora Fontana rallenta: “La polemica mi lascia indifferente: fidiamoci di quello che decideranno i giudici. Probabilmente non è colpa di nessuno”, arriva a dire a Tgcom 24. “Lasciamo che la magistratura accerti come si sono svolti i fatti ed individui se ci sono delle responsabilità – ha aggiunto – Io sono tranquillo e sereno di fronte alla situazione. Noi abbiamo sempre mandato i dati in maniera corretta e trasparente”, ha aggiunto.