“Sì al passaporto vaccinale e a qualsiasi strumento riconosciuto dai sanitari che consenta di riaprire presto e tornare alla normalità”. È questa la posizione dei gestori di palestre e piscine che, all’unanimità, chiedono a gran voce di poter riaprire e riprendere le attività in sicurezza dopo quasi un anno di stop. Il primo ad avanzare l’ipotesi di introdurre un “passaporto vaccinale” che attesti l’immunità al Covid è stato nei giorni scorsi il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che ha presentato la proposta per potersi muovere liberamente in Europa, ma il dibattito si è poi allargato – anche a livello nazionale – a tutti i settori più colpiti dalle chiusure perché considerati i più a rischio per la trasmissione del virus, come ad esempio bar e ristoranti ma, soprattutto, piscine a palestre, appunto. Favorevole all’ipotesi si è detto anche Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna ma anche della Conferenza delle Regioni: “È un tema da approfondire perchè ha un suo senso“, ha detto.
A raccogliere i punti di vista dei titolari di impianti sportivi è Il Messaggero: “Il passaporto vaccinale sarebbe, certamente, un bel mezzo per riaprire le attività“, ha detto Paolo Barelli, presidente Federazione Italiana Nuoto. Della stessa opinione anche Marco Bisciaio, referente nazionale Parkour-Federazione Ginnastica d’Italia: “Ben venga il passaporto vaccinale. Chiudere le palestre è stato un errore”. “Ricevo continuamente telefonate di persone che vorrebbero poter accedere agli impianti sportivi e nonostante sappia bene quanto, in particolare per alcune, sarebbe importante e utile, sono costretto a dire no”, spiega invece Giorgio Averni, presidente del circolo Antico Tiro a Volo di Roma, al quotidiano.
“Occorre che ci siano i vaccini. Stando alle stime dei tecnici, forse per luglio avremo una percentuale alta di vaccinati. Temo, però, che a quel punto molte piscine saranno fallite. Lo sport non è solo quello dei grandi campioni, è un elemento essenziale per il benessere psicofisico delle persone e mi pare che questo sia stato dimenticato dalla politica”. “Lo sport rafforza le difese immunitarie ed è importante pure a livello psicologico. Inoltre, le varie strutture hanno lavorato per mettere in sicurezza i locali. Ci sono bimbi tra i 5 e i 7 anni, ad esempio nella ginnastica artistica, che stavano facendo attività preparatoria all’agonismo. Se non consentiamo loro di farla per un anno o due, i risultati li vedremo tra un paio di Olimpiadi. In altri Paesi, la preparazione è andata avanti”, dichiara Bisciaio.
“Sì al passaporto vaccinale e agli strumenti per riaprire in sicurezza. Da quando sono state chiuse le palestre, abbiamo dovuto sospendere l’insegnamento delle tecniche di difesa personale, le violenze però non si sono fermate, anzi, l’isolamento in casa ha peggiorato molte situazioni”, conclude Deborah Carravieri, istruttrice Difesa Donna presso Bono Academy-Sesto San Giovanni.