Un manifestante versa in gravi condizioni dopo gli scontri con la polizia. Oltre 1.300 gli arrestati a Mosca, quasi 500 a San Pietroburgo. Il Cremlino accusa gli Usa di indebite interferenze, Di Maio: "Pronti a sostenere sanzioni contro Russia"
Russia, il giorno dopo. Sarebbero oltre 3.300 i manifestanti fermati ieri in diverse città della Russia. Le mobilitazioni hanno coinvolto una settantina di città, compresa Yakutsk in Siberia dove gli attivisti hanno manifestato a meno 52 gradi, e chiedevano la liberazione dell’oppositore Alexey Navalny, arrestato lo scorso 18 gennaio al suo rientro in patria. Secondo la fonte, per l’esattezza i fermi sono 3.324, di cui 1.320 a Mosca e 490 a San Pietroburgo. In quest’ultima città, di cui è originario il presidente Vladimir Putin, un manifestante rimasto ferito in scontri con le forze dell’ordine versa in gravi condizioni ed è ricoverato in terapia intensiva, secondo quanto riferito da fonti ospedaliere.
Questa mattina il Cremlino ha accusato l’ambasciata americana a Mosca di “interferenze” negli affari interno della Russia. Il portavoce della presidenza, Dmitry Peskov, ha criticato in particolare un comunicato in cui venerdì la sede diplomatica invitava i cittadini statunitensi ad evitare le aree dove si svolgevano le proteste, indicandole nei dettagli. “Indirettamente, si tratta assolutamente di una interferenza negli affari interni”, ha affermato il portavoce.
Ieri sera il dipartimento di Stato Usa ha chiesto alle autorità russe il rilascio di “tutte le persone detenute per aver esercitato i loro diritti universali” domandando anche il rilascio “incondizionato” di Navalny. Preoccupazione è stata espressa anche dal ministro degli Esteri italiano che su Twitter ha scritto “Continuiamo a chiedere il rilascio immediato di Navalny e ci aspettiamo che vengano rispettati i suoi diritti”.
Il presidente della Polonia Andrzej Duda ha chiesto oggi all’Unione europea di disporre sanzioni nei confronti della Russia. Domani è prevista una riunione dei ministri degli esteri dell’Ue per valutare questa opzione. “Condanniamo chiaramente che un leader dell’opposizione sia stato arrestato al suo arrivo in aeroporto e siamo pronti a tutte le azioni diplomatiche, anche eventuali sanzioni da parte dell’Unione europea”, ha detto questo pomeriggio il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.