Il massimo esperto americano di malattie infettive, intervenendo al Forum di Davos, ha parlato anche delle mutazioni del virus che, oltre a essere più contagiose, non rispondono agli anticorpi monoclonali. Proprio a causa della diffusione delle varianti, l'amministrazione Biden ha deciso di fermare gli ingressi in Usa da Europa, Brasile e Sudafrica
Per combattere la pandemia serve trasparenza, l’aiuto dell’Oms e un Paese unito. Perché finora politicizzare la crisi sanitaria dividendo i cittadini ha fatto danni enormi. L’immunologo Anthony Fauci, massimo esperto americano di malattie infettive a capo della task force Covid ai tempi di Trump e poi progressivamente oscurato dal tycoon quando era ancora presidente, è tornato alla Casa Bianca in veste di consigliere del presidente Biden. La nuova amministrazione, che archivia i quattro anni in cui la scienza è stata ripetutamente denigrata, si è insediata imponendo subito l’obbligo di mascherina e distanziamento sociale negli edifici e nei territori federali e da oggi ha deciso di vietare l’ingresso negli Usa alla maggior parte dei cittadini non statunitensi provenienti da Regno Unito, Brasile, Irlanda e gran parte dell’Europa, oltre che al Sudafrica, dopo le segnalazioni delle nuove varianti. Fauci, che è direttore dell’US National Institute of Allergy and Infectious Diseases, ha affermato si tratta di mutazioni non solo più contagiose, ma che non rispondono agli anticorpi monoclonali che sono stati utilizzati nel trattamento dei pazienti. Fauci ha detto di essere particolarmente preoccupato per la variante sudafricana, che ha descritto come “diversa e più inquietante di quella del Regno Unito“.
Intervenendo al Forum di Davos, lo scienziato ha anche attaccato la precedente gestione Trump, sottolineato come l’aver politicizzato la pandemia, facendone una bandiera elettorale divisiva negli Usa, “ci è costato molto caro: quando un tema come l’indossare o meno la mascherina diventa una presa di posizione politica, non potete immaginare quanto ciò sia distruttivo nei confronti di una risposta sanitaria unitaria”. Fauci ha anche riconosciuto che l’approccio federalista, in cui 50 Stati ciascuno con il suo grado di flessibilità fanno a modo loro e il governo federale non vuole interferire, lascia questi Stati sostanzialmente da soli e produce una risposta incoerente: “Ciò è in totale antitesi con il fatto che il virus è lo stesso per tutti”.
Il super-esperto statunitense ha poi detto che la pandemia ha “gettato una luce imbarazzante sulle straordinarie disparità che abbiamo nel sistema sanitario, con un grado di sofferenza sproporzionato per le minoranze come i neri“, spesso in prima linea in quanto lavoratori essenziali, senza assicurazione o affetti da patologie pregresse. Fauci ha inoltre sostenuto che “il mondo ha bisogno di un’organizzazione come l’Oms, credo che con le riforme che spero applicherà funzionerà come un’organizzazione multilaterale assolutamente fondamentale”. Nei giorni scorsi Biden ha dato a lui il compito di annunciare il rientro degli Stati Uniti nell’Organizzazione mondiale per la Sanità, dopo lo strappo di Donald Trump.