Firmata oggi la stesura definitiva del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) dell’ industria alimentare 2019-2023 tra Fai-Flai-Uila 12 associazioni dell’industria alimentare, sulle 15 totali, vale a dire Ancit-Anicav-Assica-Assitol-Assobibe-AssobirraAssolatte-Federvin i-Mineracqua-UnaItalia-Unionfood, alle quali si aggiunge Unionzucchero che ha aderito al nuovo contratto. Manca però Federalimentare – Confindustria, l’associazione imprenditoriale più rappresentativa del settore.

Sui rinnovi del settore alimentare si è consumata una rottura all’interno della stessa Confindustria. La linea della presidenza Bonomi è nessun aumento ma misure alternative. Una linea sconfessata da buona parte delle aziende del settore che hanno invece ritenuto doveroso un riconoscimento anche economico per lavoratori che sono stati in prima linea anche nelle fasi più dure della pandemia.

Il nuovo testo, che integra il rinnovo sottoscritto a luglio con il contratto presistente, ha validità dalla fine di novembre 2019, per gli oltre 400mila, tra lavoratrici e lavoratori del settore, e prevede un aumento salariale di 119 euro lordi a regime, fanno sapere i sindacati, annunciando l’inizio “di una nuova fase”.

“La sigla di oggi – commentano i segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, Onofrio Rota, Stefano Mantegazza e Giovanni Mininni – è il sigillo a un lavoro che va avanti da oltre un anno; grande è stato l’impegno delle parti, dispiace per l’assenza di alcune associazioni ma auspichiamo che tutte aderiscano a questo rinnovo che ora diventa ufficialmente il nuovo contratto collettivo nazionale dell’industria alimentare”.

Secondo le tre sigle sindacali, “il valore del rinnovo contrattuale è enorme per l’aumento salariale, ma anche per aver condiviso alcuni punti estremamente innovativi, come la classificazione del personale che andrà a definire le figure professionali del domani, la formazione rafforzata anche con il coinvolgimento di università e istituti di ricerca o il lavoro agile che sarà finalmente normato garantendo più diritti e migliore gestione del personale”.

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