Si trova in carcere con l’accusa di omicidio Pietro Monreale, il 19enne che la mattina del 23 gennaio, dopo aver passato la serata insieme alla fidanzata Roberta Siragusa, 17 anni, ha accompagnato i Carabinieri di Caccamo, in provincia di Palermo, a recuperare il corpo carbonizzato della ragazza in un burrone. Secondo gli inquirenti, è lui il principale indiziato per la morte della giovane. Per tutta la notte il procuratore della Repubblica di Termini Imerese, Giacoma Barbara, ha cercato di interrogare il giovane, assistito dagli avvocati Giuseppe Di Cesare e Angela Maria Barillaro, che si è però avvalso della facoltà di non rispondere, pur avendo in precedenza proclamato la propria innocenza. “Le indagini hanno fatto emergere diverse incongruenze nella ricostruzione dei fatti“, spiegano i Carabinieri. L’autopsia sul corpo della giovane è stata fissata per martedì.

Prima di Morreale il magistrato aveva voluto ascoltare una decina di giovani che avevano partecipato sabato sera, insieme alla coppia di fidanzati, a una festa in una villa nella zona di Monte San Calogero, a poca distanza dal luogo in cui è stato recuperato il cadavere della ragazza. I testimoni hanno parlato di un litigio per questioni di gelosia tra i due fidanzati che si sarebbero allontanati intorno alla mezzanotte dalla casa di campagna. Roberta aveva assicurato che sarebbe rientrata a casa entro l’una di notte, ma quando domenica mattina i genitori si sono accorti che la figlia non era in camera e che non rispondeva al cellulare sono andati dai carabinieri. Poco dopo si è presentato in caserma anche il fidanzato.

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