Quattro volte in più rispetto alla grande crisi del 2009. L’impatto del Covid 19 sul mercato del lavoro è stato devastante e ora a fare i calcoli è l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), secondo cui nel 2020 circa l’8,8 % delle ore lavorate a livello mondiale è andato perso. Quel dato equivale a una perdita di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno ed è il quadruplo delle ore perse dopo lo scoppio della bolla dei subprime che dieci anni fa ha travolto anche l’economia reale. Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto calcola una perdita pari al 13,5% delle ore. Tuttavia le misure governative a partire dalla cassa integrazione hanno ridotto al 4% l’impatto sul reddito dei lavoratori. A soffrire di più sono stati gli autonomi, con un 21% di perdita tra secondo trimestre 2019 e secondo trimestre 2020 contro il -3,7% dei dipendenti. I lavoratori a bassa e media qualifica sono stati poi molto più colpiti rispetto a quelli ad alta qualifica, che a valle delle misure di sostegno risultano aver perso solo lo 0,1%.
Questa perdita di ore lavorate è dovuta in parte alla riduzione dell’orario di lavoro per coloro che hanno mantenuto l’occupazione e in parte a una perdita di lavoro “senza precedenti” che ha colpito 114 milioni di persone. Il 71 % delle perdite occupazionali (81 milioni di persone) ha preso la forma del passaggio all’inattività – cioè nelle file di chi non certa nemmeno un posto – piuttosto che alla disoccupazione. Insomma, le persone sono uscite dal mercato del lavoro perché non erano in grado di lavorare a causa delle restrizioni della pandemia o semplicemente hanno smesso di cercare lavoro. Tener conto unicamente della disoccupazione porta a sottovalutare drasticamente l’impatto, sottolinea l’Ilo.
Il rapporto aggiunge che le massicce perdite di ore lavorate hanno causato una diminuzione dell’8,3% del reddito globale da lavoro (prima dell’introduzione di misure di sostegno al reddito). Questa perdita corrisponde a 3.700 miliardi di dollari o al 4,4 % del prodotto interno lordo globale. Le donne sono state maggiormente colpite degli uomini. Anche i giovani sono stati particolarmente danneggiati: la perdita di occupazione nella fascia 15-24 anni è stata dell’8,7 %.
Le ultime proiezioni per il 2021 indicano che la maggior parte dei paesi dovrebbe osservare una ripresa sostenuta nella seconda metà dell’anno, quando saranno i programmi di vaccinazione avranno effetto. Ma nell’incertezza l’Ilo descrive tre scenari per la ripresa: uno scenario di base, uno pessimista e uno ottimista e mettere in guardia contro un rallentamento delle prospettive di ripresa nel 2021 se i timidi miglioramenti non verranno supportati da politiche per una ripresa incentrata sulle persone.