I prossimi mesi saranno "cruciali per la ricostruzione del sistema-Paese. Un tema su cui intendiamo dare il nostro contributo progettuale" dice il presidente dei vescovi italiani
L’auspicio che la classe politica italiana “collabori al servizio dei cittadini“. Inizia così il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, il suo discorso di introduzione al Consiglio episcopale permanente, che si svolge oggi in videoconferenza. La Chiesa, spiega il cardinale, “non è di questa o di quell’altra parte. Quello che ci sta a cuore è il bene di ogni persona, quello che sosteniamo è il nostro Paese“. In riferimento alla crisi di governo, il cardinale Bassetti dichiara che la Chiesa guarda “con attenzione e preoccupazione alla verifica politica in corso in uno scenario già reso precario dalla situazione che stiamo vivendo”. L’Italia – continua – ha bisogno di riconciliazione: in primo luogo “fraterna, assumendo i panni della collaborazione e della solidarietà. Poi politica, ricucendo il tessuto sociale lacerato dalle fatiche economiche e sociali”.
La Chiesa è pronta a farsi interprete di questo bisogno. “Come pastori dobbiamo farci interpreti ed essere voce delle molteplici fragilità, perché nessuno sia lasciato solo”. I prossimi mesi saranno “cruciali per la ricostruzione del sistema-Paese. Un tema su cui intendiamo dare il nostro contributo progettuale”, aggiunge il presidente dei vescovi italiani. Una riconciliazione che deve avvenire, secondo Bassetti, anche con la scienza, “nel senso di un’acquisizione responsabile delle conquiste come reale contributo al benessere di tutti”.
Per questo il cardinale chiama i fedeli alla “responsabilità cristiana e civile” di proteggere se stessi e la comunità attraverso il vaccino contro il Covid-19. “Oggi, grazie alla vaccinazione, vi sono i presupposti per far sì che un atto di protezione individuale possa divenire strumento di protezione collettiva”. Il cardinale Bassetti ha riportato le parole di Papa Francesco, che pochi giorni fa si è espresso sul vaccino: “È un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri”. Sempre il Pontefice, nel messaggio del 25 dicembre 2020, ha ricordato che alla base deve restare la fraternità.